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14 settembre 1983Nasce Amy Winwhouse

Amy Winehouse aveva una voce unica e un talento musicale fuori dal comune. Ma era anche fragile, inquieta, insoddisfatta. Ha regalato alla storia delle musica canzoni di una bellezza struggente, prima di lasciare questo mondo a poco più di 27 anni

Una vita breve, segnata dal successo, dallo straordinario talento vocale, ma anche dalle droghe, dall’alcol e dalla depressione. Amy Jade Winehouse, morta il 23 luglio 2011, era nata il 14 settembre 1983 a Enfield in Inghilterra. Figlia di un farmacista e di un’infermiera, aveva manifestato la sua grande passione per la musica e per il canto già molto piccola, tanto da fondare a 10 anni, a scuola, il gruppo rap Sweet’n’Sour.

Trasgressiva e ribelle, era dotata di una voce fuori dal comune, calda, profonda, dalle sofisticate sonorità jazz, più matura dei soli 16 anni di Amy, che era allora già una cantante professionista, con un contratto discografico con la Island Records. Nel 2003, l’esordio con l’album Frank e il primo disco di platino, la fama, l’assegnazione dell’Ivor Novello Award, il prestigioso premio attribuito ad autori e compositori.

Tuttavia il successo e il denaro non fecero che aumentare l’inquietudine e l’insoddisfazione della giovane cantante, mai contenta delle proprie performance e di come venivano arrangiati in studio i suoi pezzi. Tanto da lasciare per un lungo periodo le scene musicali, pur rimanendo protagonista dei rotocalchi scandalistici e della cronaca per le sue intemperanze, quasi sempre provocate dalle droghe, dall’alcool, per le sue crisi depressive, sempre più frequenti e sempre più lunghe.

Quando alla fine del 2006 esce il successo planetario Back to black, Amy è quasi irriconoscibile, magrissima, emaciata, affetta da psicosi maniaco-depressiva e da disturbi del comportamento alimentare. Nel 2007, sposa Blake Fielder-Civil e la situazione peggiora ulteriormente. Dopo la morte della cantante, si è discusso a lungo della nefasta influenza che il marito ebbe su di lei, fino alla confessione dell’uomo nel 2018, sette anni dopo la scomparsa di Amy. Fu lui dichiarare, come già aveva sostenuto il padre della cantante, di averla introdotta all’eroina e ad altre droghe, di cui avevano fatto pesantemente uso nel breve periodo del matrimonio.

Il fondo venne toccato nel 2008, quando si diffuse un video della cantante che fumava crack. Poi il visto negato per gli Stati Uniti dove avrebbe dovuto partecipare Ai Grammy Awards 2008 di Los Angeles. Da quel momento in poi la china inarrestabile di Amy verso la fine non fu interrotta nemmeno dai tentativi di riabilitazione. Così con la morte a 27 anni, è entrata tristemente nel cosiddetto Club dei 27, insieme a Jimi Hendrix, Jim Morrison, Kurt Cobain e Janis Joplin.