DAILY LA DATA

18 settembre 1970
Muore Jimi Hendrix

Il più grande chitarrista di tutti i tempi secondo la rivista "Rolling Stones", se n'è andato a soli 27 anni come altri eroi "maledetti" della scena rock
(Photo by David Redfern/Redferns)

Se n’è andato il 18 settembre 1970, andando a unirsi al celebre quanto macabro Club dei 27, che comprende artisti scomparsi a 27 anni. Tra questi, Jim Morrison, Amy Winehouse, Janis Joplin e, appunto, Jimi Hendrix, che era nato a Seattle il 27 novembre del 1942 ed è morto a Londra il 18 settembre 1970, qualche mese prima di compiere 28 anni.

Virtuoso della chitarra, Hendrix ha lasciato un segno indelebile nella musica contemporanea, nonostante la sua parabola artistica sia stata decisamente breve. Quando si parla di Jimi Hendrix non si può non parlare della sua chitarra elettrica, la Fender Stratocaster, ormai universalmente associata al cantautore statunitense, e che lo ha reso il migliore al mondo. Secondo una classifica stilata da “Rolling Stones” nel 2011, infatti, Jimi Hendrix è il miglior chitarrista di tutti i tempi, un riconoscimento non di poco conto, soprattutto se si pensa agli altri illustri nomi presenti in classifica.

Tra le esibizioni di maggior successo, e rimaste impresse nella memoria di intere generazioni, si ricorda quella al festival di Woodstock del 1969, evento simbolo della cultura hippie. In quell’occasione a Jimi Hendrix fu affidata la chiusura della manifestazione e il chitarrista non deluse le aspettative e lasciò un segno indelebile: di fronte a migliaia di persone reinterpretò l’inno nazionale statunitense, The Star-Spangled Banner, in modo provocatorio e dissacrante, inserendo nella melodia suoni che ricordavano quelli dei bombardamenti, in aperta polemica con la guerra del Vietnam. È un’esibizione indimenticabile, che testimonia tutta la potenza della musica, oltre che il virtuosismo musicale dello stesso Hendrix.

Come è accaduto per altre rockstar, la morte di Jimi Hendrix è avvolta nel mistero: ufficialmente è deceduto a causa di un cocktail di barbiturici e alcol, ma le cause restano ancora non del tutto conosciute. Si conclude così, al Samarkand Hotel di Londra, la parabola musicale e la vita del più grande chitarrista di tutti i tempi, che si è unito a quel Club dei 27 che tanto ha dato alla musica moderna.