IL NUMERO

18

Quando si è giovani i 18 anni sembrano lontanissimi, si aspettano con ansia come forse nessun’altra età nella vita.

Il compimento dei 18 anni è un rito di passaggio analogo a quello che si celebra nelle civiltà tribali per segnare l’entrata nella vita adulta.

Nel mondo occidentale il “diciottesimo” è diventato un obbligo sociale, una liturgia inevitabile. L’equivalente a quello che era fino a non molto tempo fa, per le ragazze, il debutto in società.

In Italia oggi si diventa maggiorenni a 18 anni (una volta a 21). Nel mondo la maggiore età varia dai nove anni (!), ma solo per le bambine, in Iran (i maschi a 15), ai 21 anni in Paesi del profondo Sud degli Stati Uniti come il Mississipi.

Arrivati a compiere gli agognati 18 anni, in Italia si può (in ordine sparso): votare, guidare la macchina, sposarsi, aprire un conto corrente, accendere un mutuo, essere processati da un tribunale ordinario anziché da quello per i minorenni, firmare le giustificazioni delle assenze a scuola.

Il desiderio del raggiungimento dei 18 anni di solito è inversamente proporzionale al loro rimpianto.

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