IL NUMERO

1924

L’anno in cui Antonio Gramsci – poco prima di essere recluso (8 novembre 1926) fino alla morte (27 aprile 1937) – fonda  “l’Unità“, quotidiano giunto, con alterne vicende, fino ai giorni nostri, che – grazie alla diffusione volontaria dei militanti del Partito comunista italiano, i quali durante le principali ricorrenze o in occasione di grandi manifestazioni, nonché ogni domenica,andavano di casa in casa e di porta in porta a vendere il loro giornale sperando che attraverso di esso si formasse quella consapevolezza indispensabile a trasformare la società – ha raggiunto in un solo giorno oltre un milione di copie, tiratura che nessun altro giornale, neanche il “Corriere della Sera“, ha mai raggiunto in Italia.

“l’Unità” è stato anche una gran fucina di idee, ospitando interventi di grandi intellettuali italiani e stranieri, contando su un corpo redazionale stimato tra i colleghi e tra i lettori, ed avendo tra i suoi collaboratori firme come quelle di Calvino, Pavese, Pasolini, Mila, Asor Rosa, Serra, Stajano, Sermonti per dirne solo qualcuna.

Attualmente è diretto “in mezzadria” da Sergio Staino e da Andrea Romano, ed è per l’80% di proprietà della Piesse (società di Guido Stefanelli e Massimo Pessina) e per il 19.05% del Partito Democratico, attraverso la EYU S.r.l. (acronimo di Europa, YouDem, Unità) che controlla invece interamente la testata web e il sito unita.tv.

Scegliendo nel 1924 il nome della testata, che era già stato quello di una famosa rivista di Gaetano Salvemini, Antonio Gramsci scrisse: «Il giornale non dovrà avere alcuna indicazione di partito. Dovrà essere un giornale di sinistra. Io propongo come titolo “l’Unità” puro e semplice che sarà un significato per gli operai e avrà un significato più generale».

All’attività giornalistica del fondatore de “l’Unità” TESSERE ha dedicato un libro curato da Gian Luca Corradi, con introduzione di Luciano Canfora e postfazione di Giorgio Frasca Polara, intitolato Antonio Gramsci, Il giornalismo, il giornalista.

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