IL NUMERO

20 miliardi

A tanto ammontano, in euro, i contratti già assegnati dal gruppo Volkswagen a produttori di batterie in Europa e in Cina (a breve se ne cercherà uno anche in America) per assicurare un’adeguata capacità di alimentazione ai veicoli elettrici che usciranno entro la fine del 2022 da 16 fabbriche interamente dedicate all’espansione dell’e-mobility.

Lo ha annunciato a Berlino nella Conferenza stampa annuale sul bilancio l’amministratore delegato del gruppo, Matthias Müller, salito al vertice del colosso automobilistico tedesco dopo lo scandalo Dieselgate scoppiato nel 2015. Proprio per far fronte al danno d’immagine prodotto dalla falsa dichiarazione sulle reali emissioni dei veicoli alimentati a gasolio negli Stati Uniti d’America, la casa di Volksburg aveva da tempo annunciato che avrebbe concentrato i propri sforzi nella produzione di veicoli elettrici e in una riorganizzazione dell’intero sistema di mobilità che tenga conto anche del crescente impiego di auto car sharing.

Attualmente il colosso tedesco produce veicoli elettrici in tre stabilimenti. L’obiettivo è quello di produrre fino a 3 milioni di veicoli elettrici all’anno entro il 2025 e commercializzare 80 nuovi modelli a batteria. Agli 8 modelli elettrici e ibridi plug-in già disponibili, nel corso dell’anno se ne aggiungeranno altri 9, tre dei quali puramente elettrici. La rivoluzione riguarda anche Audi e Porsche che fanno parte della famiglia Volkswagen.

«Dal 2019– ha detto Müller – vedremo un nuovo mezzo a batteria praticamente ogni mese. Ecco come intendiamo offrire la più ampia flotta di veicoli elettrici nel mondo, per tutti i Brand e in tutte le regioni, in pochi anni».

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