«C’era una volta…
– Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori.
– No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.
Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze».
È questo l’inizio di Le avventure di Pinocchio, uno dei libri più amati di grandi e bambini, diventato un vero e proprio caposaldo della letteratura italiana. A narrare le avventure del piccolo pezzo di legno che diventa un bambino è Carlo Collodi, nato a Firenze il 24 novembre 1826 e qui morto nel 1890.
Pinocchio ha accompagnato intere generazioni, che si sono appassionate alle sue avventure, alle vicissitudini che lo hanno portato a diventare un bambino in carne e ossa. C’è la balena, c’è Mangiafuoco, ci sono il Gatto e la Volpe nel fantastico mondo creato da Collodi, un mondo fatto di personaggi straordinari manche rivelano poi un lato umano.
«Il legno, in cui è tagliato Pinocchio, è l’umanità», ha detto Benedetto Croce parlando del romanzo di Collodi. Un’umanità travestita da racconto per bambini, con un pezzo di legno che sbaglia, impara, capisce e diventa un bambino vero.