Uno dei più grandi fotoreporter di guerra all’origine, in realtà, erano due. Dietro il nome d’arte molto americano di Robert Capa si celavano infatti l’ungherese di origine ebraica Endre Ernő Friedmann e la tedesca Gerda Pohorylle, meglio conosciuta come Gerda Taro, anche lei ebrea e comunista.
Oggi si ricorda la morte di lui, avvenuta appunto il 25 maggio 1954, ma in realtà Robert Capa cominciò a morire nel 1937 quando Gerda – l’amata compagna e collega – rimase uccisa a soli 26 anni durante la guerra civile spagnola per l’erronea manovra di un carro armato “amico”. Il destino di morire in guerra però li accomunerà: lui perirà saltando su di una mina antiuomo nei pressi di Hanoi durante la Prima Guerra d’Indocina a cui partecipava al seguito delle truppe francesi.
Robert Capa sarà sul fronte di tutte le guerre dagli anni Trenta agli anni Cinquanta (dalla guerra civile spagnola alla seconda guerra sino-giapponese, dalla seconda guerra mondiale compreso lo sbarco in Normandia alla guerra arabo-israeliana), a documentare con la sua straordinaria capacità di cogliere l’attimo e fissarlo per sempre su carta.
La sua fotografia più famosa e anche più contestata (sulla cui veridicità si continua a dibattere) è quella del miliziano spagnolo in camicia bianca colto nell’esatto momento in cui viene colpito a morte, che sembra fermarne l’ultimo respiro vitale.