DAILY LA DATA

28 giugno 1867
Nasce Luigi Pirandello

Premio Nobel per la Letteratura 1934, ha lasciato in eredità opere teatrali, romanzi, novelle e poesie, considerati vere e proprie pietre miliari

«La solitudine non è mai con voi; è sempre senza di voi, è soltanto possibile con un estraneo attorno: luogo o persona che sia, che del tutto vi ignorino, che del tutto voi ignoriate, cosí che la vostra volontà e il vostro sentimento restino sospesi e smarriti in un’incertezza angosciosa e, cessando ogni affermazione di voi, cessi l’intimità stessa della vostra coscienza. La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce, e dove dunque l’estraneo siete voi».

Luigi Pirandello è nato a Girgenti, piccolo comune in provincia di Agrigento, il 28 giugno 1867 ed è morto a Roma il 10 dicembre 1936. Considerato uno degli autori più importanti della letteratura italiana, ha lasciato in eredità opere teatrali, romanzi, novelle e poesie, considerati vere e proprie pietre miliari, lette e apprezzate da milioni di lettori.

Complice la sua situazione familiare (in seguito a gravi problemi economici, la moglie si ammalò di depressione), Pirandello elaborò una visione della vita molto amara, schiacciato dalla pressione sociale che provoca una progressiva disgregazione dell’io: la società sta cambiando velocemente e sembra che per il singolo individuo non ci sia più spazio. La società diventa, nella visione pirandelliana, una sorta di trappola, che tiene imprigionato l’io e non lo lascia libero di esprimersi.

A questo si collega il concetto della maschera, al centro di tutta la produzione letteraria dello scrittore siciliano: l’uomo non può far altro che indossare maschere diverse a seconda del contesto sociale in cui si trova, passando attraverso diverse maschere: quella «di marito, di moglie, di padre, di fratello e via dicendo». Così come avviene ne Il fu Mattia Pascal, una delle sue opere più celebri, in cui il protagonista, Mattia Pascal, un giorno scopre per caso di essere stato erroneamente ritenuto morto e decide di sfruttare questa circostanza a suo favore. Stanco della sua vita, cambia il suo nome in Adriano Meis, sperando così di potersi ricostruire un’esistenza più soddisfacente della precedente. Questo, però, appare ben presto impossibile perché la trappola della società non permette di sfuggire alla sua morsa e l’uomo non può far altro che indossare la sua migliore maschera e prendere parte alla grande recita della vita.

La definitiva consacrazione di Pirandello come autore avviene nel 1934, quando riceve il Premio Nobel per la Letteratura: un riconoscimento motivato «per il suo ardito e ingegnoso rinnovamento dell’arte drammatica e teatrale». Già provato da due attacchi cardiaci, Pirandello si spegne nel 1936 dopo essersi ammalato di polmonite. Per sua stessa volontà non vi fu nessuna commemorazione funebre e il suo corpo venne cremato: «Carro d’infima classe, quello dei poveri. Nudo. E nessuno m’accompagni, né parenti né amici. Il carro, il cavallo, il cocchiere e basta. Bruciatemi».