DAILY LA DATA

28 luglio 1996
Scoperto l’Uomo di Kennewick

L'uomo di Kennewick è un ominide preistorico ritrovato negli Stati Uniti d'America, il 27 luglio 1996. Dopo una lunga diatriba che ha coinvolto i nativi americani, nel 2017 è stato restituito alla tribù del popolo Shwovelpi

L’Uomo di Kennewick è un ominide preistorico ritrovato negli Stati Uniti d’America, nel letto del fiume Columbia, nella località semi sconosciuta di Kennewick, stato di Washington, il 28 luglio 1996. Sai che scoperta, si dirà. Il mondo, l’Europa, l’Africa sono pieni di uomini preistorici. Alcuni così antichi da far pensare di essere vicini al famoso anello mancante, vale a dire l’essere metà uomo e metà scimmia (semplificando ovviamente) che rappresenterebbe la congiunzione tra i nostri antenati scimmieschi e i primissimi esseri dotati di qualcosa di somigliante a un’intelligenza non istintiva, così da affermare una volta per tutte la validità – senza se e senza ma – della teoria dell’evoluzione.

Il reperto venne alla luce accidentalmente. Durante una gara di idroplani, Will Thomas e David Deacy, mentre vagavano con il naso all’insù nel seguire le evoluzioni dei loro giocattoli inciamparono – letteralmente – in alcune ossa. Il fatto in sé coinvolse le autorità museali dello Stato, ma ecco che l’America, l’America con la A maiuscola, l’America dei diritti e del rispetto delle minoranze (per intenderci quella che è scomparsa dopo l’arrivo di Trump) si ribellò. Nella fattispecie i nativi americani – i vecchi indiani dei film western – si impuntarono sul fatto che non potevano essere reperti di un europeo. Non poteva essere uno sbandato sbarcato con Colombo. Doveva per forza essere arrivato un pelino prima.

Siccome esisteva una legge – il Native American Graves Protection and Repatriation Act – che tutelava e proteggeva le sepolture più antiche, reclamarono le loro ragioni. Nel 2004 la Corte di Giustizia si pronunciò sul caso. In merito al dibattito che si era creato sul diritto di ricerca archeologica e il diritto religioso, affermò che in assenza di una relazione culturale tra i nativi viventi e i resti ritrovati, non ci sarebbero stati vincoli per gli studi scientifici. In pratica diede torto e ragione agli indiani. Da un lato gli riconosceva la proprietà, dall’altro tutelava la ricerca scientifica. Di conseguenza il 17 febbraio del 2017 l’Uomo di Kennewick – noto come “Vecchio Uomo” – fu restituito alla tribù del popolo Shwovelpi, detto anche popolo Colville. Nel frattempo, nel  2015 dopo un’accurata ricerca fatta con il metodo del carbonio 14, era stato stabilito che l’uomo era vissuto tra il 9200 e l’8340 avanti Cristo. Era probabilmente di origine asiatica, giunto nel continente attraverso lo stretto di Bering quando l’area, in seguito a una forte glaciazione, divenne praticabile all’emigrazione nomade dell’estremo est della Siberia.

Sia come sia studiandolo abbiamo anche compreso cosa mangiava in quel periodo. Certo non hamburger, né cheese burger. Solo mammiferi marini. Beveva acqua dei ghiacciai e preferiva stare sulle coste piuttosto che esplorare l’interno. Insomma un tipo prudente.

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