Questa è la notazione matematica con cui si descrivono i numeri pari (2n), i numeri divisibili per 2, e i numeri dispari (2n+1, successivo del numero pari) che non possono essere divisi per 2. In particolare ogni numero intero espresso in base 10 (sistema metrico decimale) la cui ultima cifra sia pari, sarà pari, dispari se dispari. Nel sistema binario un numero pari avrà come cifra finale 0, il dispari 1. Lo zero è un numero pari, infatti è un multiplo intero di 2 essendo 2×0=0, o se vogliamo perché divisibile per 2, 0/2=0.
Furono i pitagorici nel V secolo avanti Cristo i primi a definirli: «i numeri sono di due tipi, pari o dispari», si legge in un frammento attribuito al matematico pitagorico Filolao. Sempre i pitagorici scoprirono le loro prime proprietà, oltre alla già citata ultima cifra:
- la somma è pari se i termini sono entrambi pari o dispari, dispari se sono uno pari e l’altro dispari.
- il prodotto è pari se almeno uno dei numeri è pari, dispari se entrambi sono dispari.
Ovviamente le applicazioni della dicotomia pari/dispari sono numerosissime. In urbanistica, in Italia, si hanno numerazioni pari e dispari sui lati opposti delle carreggiate, le autostrade americane sono numerate con numeri pari lungo l’asse Est-Ovest, dispari Nord-Sud. Negli scacchi la somma delle coordinate di una casella è pari se nera, dispari se bianca, quindi gli alfieri si spostano conservando la parità (si muovono solo su caselle dello stesso colore), i cavalli alternandola (passando con il movimento ad elle da un colore all’altro). In musica la frequenza delle armoniche emesse da canne chiuse da un lato (strumenti come il clarinetto o l’oboe) è multiplo dispari della frequenza fondamentale, pari in quelle emesse da canne aperte(organo). In fisica un atomo risulta stabile se il nucleo è formato da un numero pari sia di protoni che di neutroni, instabile se ha un numero pari di protoni e un numero dispari di neutroni, altamente instabile se entrambi dispari.