DAILY LA DATA

30 aprile 1945
Morte di Hitler

Nel bunker del Reich vengono trovati i cadaveri di Hitler e della sua amante Eva Braun, suicidi perché consapevoli dell'imminente fine

Erano le 15.40 del 30 aprile 1945 quando Martin Bormann e il cameriere personale di Hitler, Heinz Linge, fecero ingresso nello studio privato del Fuher, posizionato nel bunker – dove ormai da mesi viveva – sotto la cancelleria del Reich,  in una Berlino sotto assedio ridotta in macerie. Ai loro occhi si mostrò una scena agghiacciante: Hitler ed Eva Braun, la devota amante che aveva sposato il giorno prima, erano distesi sul divano. Entrambi, coscienti dell’imminente fine,  si erano avvelenati con una capsula di cianuro, ma lui per assicurarsi la morte istantanea si era sparato un colpo di pistola alla tempia. Come era già stato deciso da tempo, i due cadaveri furono portati nel cortile, cosparsi di benzina, e dati alle fiamme.  Intorno alle 18.30 i resti furono inumati in un cratere superficiale provocato da una bomba. Il  primo maggio 1945 la stazione radio Reichssender di Amburgo interruppe la programmazione per annunciare, con il sottofondo della drammatica musica funerea di Wagner e Bruckner, che Hitler era morto. Il  giorno successivo quel che restava dei corpi i di Hitler, della Braun e di due cani vennero scoperti da un’unità dell’Intelligence dell’Armata Rossa, la SMERSH, incaricata di trovare il corpo del FuHitler. Il suo corpo venne identificato grazie all’arcata dentale.

Dopo alterne vicende i resti trovarono sepoltura a  Magdeburgo nella Ddr il 21 febbraio 1946. Il 4 aprile 1970, temendo che il luogo fosse reso pubblico e diventasse un santuario neonazista,  il Kgb decise di riesumare i resti, cremarli e disperderne le ceneri, gettandole nel fiume Biederitz, un affluente del vicino fiume Elba. Come riportano i documenti dell’epoca solo da poco tempo resi pubblici:  i resti, assieme alla brace, «vennero macinati fino a diventare un’ unica cenere, raccolta e poi dispersa nelle acque di un fiume vicino».

Finiva cosi la parabola dell’uomo che aveva portato la Germania e l’Europa intera sul baratro di un’inaudita violenza e distruzione inimmaginabile.