DAILY LA PAROLA

Kamira

Amira, principessa. Kave, caffè. La prima parola è araba. La seconda è turca. Le hanno fuse insieme in Sicilia con già seducenti e aromatiche suggestioni, per dare un nome a un nuovo modello di caffettiera: Kamira, la principessa del caffè, almeno secondo il suo inventore che così ha deciso di chiamarla. Si tratta in realtà di un nome commerciale che ancora non ha trovato spazio sui dizionari, come invece già accaduto alla celeberrima moka per quel processo, tanto temuto dalle imprese che non si siano adeguatamente protette e tutelate, che si chiama volgarizzazione del marchio e che deriva dall’esatto contrario di ciò che le stesse imprese temono: l’enorme successo del proprio prodotto.

Un marchio si volgarizza non tanto perché diventi offensivo, quanto perché si traduce nel nome stesso del prodotto che contraddistingue e che ovviamente sarà divenuto un bene di larghissimo consumo. Un marchio volgarizzato non è più tutelabile, salvo specifici accorgimenti tecnico-legali, con la conseguenza che potrà essere utilizzato da qualsiasi produttore concorrente per denominare, pubblicizzare e vendere lo stesso tipo di prodotto.

Secondo l’Accademia della Crusca esistono circa 200 marchi diventati gergo comune nella lingua italiana. La moka, come si diceva, ma anche lo scotch, il rimmel, lo scottex tra gli esempi più famosi e non solo da noi. Sulle pagine del “Sole24ore” da cui è tratta la notizia si legge che l’inventore, un perito meccanico con la passione del caffè, abbia passato gli ultimi vent’anni a smontare e rimontare caffettiere cercando la soluzione che gli consentisse di risparmiare materia prima, migliorare la qualità del caffè domestico e fornire un prodotto sicuro e duraturo.

Gli auguriamo una bella volgarizzazione consapevole perché la sua Kamira, a quanto dice, lo meriterebbe davvero: nessun invecchiamento prestabilito del prodotto, in barba alla prassi adottata dalle multinazionali che vendono macchinette con un’obsolescenza programmata, 6 centesimi a caffè, via le capsule che tanto inquinano: 10 miliardi quelle vendute ogni anno nel mondo, che generano 120 mila tonnellate di rifiuti non riciclati o non riciclabili.