Nel gennaio di due anni fa, la Kodak ha annunciato l’intenzione di ricominciare a produrre la celebre Kodak Professional Ektachrome, pellicola invertibile a colori creata negli anni Quaranta del Novecento. L’analogico si sta prendendo più di una rivincita sul digitale: la nostalgia è forte, l’esigenza – visti i numeri degli estimatori – ormai ineludibile. Negli ultimi anni, l’azienda statunitense, a lungo nota per la produzione di pellicole, si è specializzata nei settori della diagnostica medica per immagini e dei prodotti per la stampa. Storicamente, tuttavia, il nome Kodak è legato alla fotografia tradizionale, sia per le macchine prodotte in svariati modelli per ogni fascia di utenza, sia per i prodotti (professionali ed amatoriali) per lo sviluppo.
«Voi premete il pulsante, noi facciamo il resto»: ecco lo slogan con cui George Eastman, il fondatore della Kodak, presentò a Rochester, New York, nel settembre 1888, la sua prima fotocamera destinata anche ai non professionisti. Il nome dell’impresa evoca scenari da Europa dell’Est, ma lo stesso Eastman svelò il mistero, dichiarando semplicemente: «La chiamai “Kodak” perché era un nome breve, vigoroso, facile da pronunciare e soprattutto (per soddisfare le leggi sui marchi depositati) non significava nulla».
Nel 1963 una nuova svolta, fondamentale: i tecnici della Kodak inventano la pellicola 126 Instamatic: 35 millimetri, chiusa in una cartuccia asimmetrica, che è sufficiente inserire nel retro della macchina fotografica, evitando così il noioso compito di caricare il rullino. Negli anni Settanta, inizia la produzione di pellicole autosviluppanti chiamate Kodak Instant che – a differenza delle celebri Polaroid – erano rettangolari: l’immagine misurava 9 per 6,8 centimetri. Tuttavia, dopo aver perso la battaglia dei brevetti con la Polaroid Corporation, Kodak ha abbandonato il business Instant Camera all’inizio del 1986.
Le esigenze si trasformano e l’azienda fatica a tenere il passo: nel 2012 la Kodak cessa definitivamente la produzione di apparecchi fotografici, per concentrarsi sulla fabbricazione delle stampanti. Nello stesso anno, si blocca anche quella dell’Ektachrome e di tutte le pellicole invertibili, privilegiando i prodotti per la fotografia professionale e per il cinema. Dal 2014, il marchio produce principalmente sistemi di stampa industriale, per l’incisione di lastre offset e flessografiche, sensori per schermi touch screen e prodotti chimici. Almeno fino al clamoroso annuncio del ritorno alla Professional Ektachrome e alla foto analogica.