Le truppe italiane occupano il 5 febbraio 1885 con un corpo di spedizione di 1.500 bersaglieri Massaua in Eritrea, e così l’importante porto sulle coste del Mar Rosso divenne possedimento coloniale italiano.
L’occupazione aveva ottenuto il beneplacito della Gran Bretagna, la maggiore potenza coloniale dell’epoca, che in questo modo tentava di ostacolare l’espansione francese in Africa. Le operazioni militari in Mar Rosso avevano avuto inizio già da qualche tempo, tra contrattempi ed italica improvvisazione, tra avarie alle navi, ordini perentori ed immediati contrordini.
L’attacco, seppur incruento, costituì il primo passo per decretare la conquista dell’Eritrea, che a partire dal 1890 divenne la prima colonia italiana.
Ricordando gli infelici esordi della nostra avventura coloniale nel Corno d’Africa, scriveva qualche anno dopo lo scrittore e politico Ferdinando Martini: «… come è inutile il ricercare perché vi andassimo così è doloroso il ricordare come vi andammo». Ossia senza nessuna conoscenza dei luoghi, con pochi mezzi e poche idee, impreparazione tecnica, logistica e strategica e, cosa ancora più grave, senza nessuna conoscenza e rispetto nei confronti dei costumi e della cultura delle popolazioni indigene, che ben presto sfociò spesso in disprezzo razziale.