DAILY LA DATA

6 novembre 2007
Muore Enzo Biagi

Ora riposa nel piccolo cimitero di Pianaccio, suo paese natale, sull'Appennino bolognese

«Avrei fatto il giornalista anche gratis: meno male che i miei editori non se ne sono mai accorti». Questa frase di Enzo Biagi la dice lunga sulla grande passione con cui affrontava il lavoro giornalistico. Era nato nel 1920 nella minuscola frazione di Pianaccio di Lizzano in Belvedere, comune dell’Appennino bolognese, dove ora, per suo desiderio, riposa nel locale cimitero.

Raccontava che aveva preso la decisione di fare il giornalista dopo aver letto Martin Eden di Jack London e la prima esperienza giornalistica era arrivata molto presto, mentre frequentava l’istituto tecnico Pier Crescenzi, con la rivista studentesca, “Il Picchio”, che aveva fondato insieme ad altri studenti e in cui si affrontavano soprattutto i problemi scolastici. A questa esperienza è legata anche la nascita del suo forte spirito antifascista, come reazione alla chiusura della rivista per ordine del Regime. Nel 1937, diciassettenne, cominciò a collaborare con il quotidiano “L’Avvenire d’Italia”, curando le notizie di cronaca. Alla fine del 1943 si aggregò alle brigate Giustizia e Libertà e anche in montagna, fra i partigiani, svolse, se pure per un breve periodo, il lavoro di giornalista; fu infatti redattore unico del giornale “Patrioti” che informava la popolazione sull’andamento delle operazioni belliche.

Nel dopoguerra Biagi ha avuto una lunga e prestigiosa carriera nel giornalismo, è stato direttore di “Epoca”  e “Il Resto del Carlino”, ha collaborato con “La Stampa”, “il  Corriere della Sera”, “La Repubblica”, “L’Espresso”, ma nella memoria di molti il suo ricordo resta legato soprattutto alla trasmissione televisiva “Il fatto”, in onda per 700 puntate, e al suo allontanamento dalla Rai nel 2002. La fine della trasmissione e della collaborazione di Biagi con la Rai seguì di poco la dichiarazione rilasciata il 18 aprile 2002 da Silvio Berlusconi, allora Presidente del Consiglio, in occasione di una visita ufficiale a Sofia, nella quale tacciava Enzo Biagi, insieme a  Michele Santoro e Daniele Luttazzi, di «uso criminoso della tv di Stato», invitando i vertici Rai a cacciarli, cosa che puntualmente avvenne.

Enzo Biagi ritornerà in Rai, dall’aprile al giugno 2007, con “RT Rotocalco Televisivo”; la trasmissione doveva riprendere dopo la pausa estiva, ma le condizioni di salute di Biagi non lo permisero. Morì il 6 novembre 2007 e, come aveva chiesto, fu la canzone simbolo della Resistenza, “Bella ciao”, a fare da colonna sonora al suo ultimo viaggio, fino al cimitero di Pianaccio.