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62
Twitt di Trump in un’ora

Ben 62 twitt in un’ora, più di uno al minuto: è il record personale del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump

Donald Trump avrebbe battuto il proprio record di twitt, cinguettando e ricinguettando per ben 62 volte in un’ora, tra le 8 e le 9 del mattino di sabato scorso, secondo quanto riferiscono varie agenzie e testate sul web.

La passione di The Donald per i twitt è nota, avendolo già affermato egli stesso, in una celebre intervista rilasciata a Fox News nell’ottobre del 2017.

Sono in molti nel mondo a lamentarsi dei toni accesi e del colorito linguaggio utilizzato dal Presidente, ben lontani dai modi richiesti alla principale carica politica del paese dalla stessa diplomazia americana. Ma le motivazioni di Trump sono cristalline come il canto dell’allodola imbonitrice. Eccone una traduzione tratta da The Week, riferita all’intervista appena citata:

  1. «Twittare è come una macchina da scrivere – quando lo faccio, lo mettete immediatamente nel vostro show».
  2. «Devi mantenere la gente coinvolta».
  3. «Sapete cos’ho scoperto: chi non vuole che twitti sono i miei nemici».
  4. «Mi trovavo in una terra lontana, e twittavo. Ma ho scritto veramente poco. E ho detto, tipo: ‘Sono in Italia, ma proprio ora”, sa, per i summit. Così. Tipo, “Sono in Italia, proprio adesso e il tempo è meraviglioso”. Ed uno di questi canali falsi e disonesti ha detto: “Donald Trump è di nuovo tarantolato su Twitter”».
  5. «Appena qualcuno dice qualcosa di me, vado di ‘bing, bing, bing‘ e sistemo subito la questione».
  6. «Ad essere onesto, dubito che sarei qui se non ci fossero i social».
  7. «[I miei twitt] sono ben concepiti. Sono sempre stato un buon allievo».

Sicuramente il Presidente degli Stati Uniti ha imparato benissimo che Twitter funziona meglio delle imbeccate per i lanci di agenzia, se la strategia è quella, al fine del consenso, di arrivare dritti al compagno di un revanscismo apparente perché utile agli scopi che solo il consenso permette di perseguire, volendo mantenere in vita la democrazia elettorale. Un compagno inerme dinanzi alla seduzione di voler credere di trovarsi sul medesimo piano della comunicazione con il Presidente, di essere finalmente protagonista della propria esistenza attraverso l’illusoria percezione di un’America sfrontata perché nuovamente grande come la sua frontiera. Talmente sfrontata da dichiarare senza mezzi termini di utilizzare il social quale mezzo per amplificare ulteriormente il messaggio, potendo di fatto scrivere direttamente il contenuto dello “show” delle news, persino se false e disoneste solo perché critiche e quindi immediatamente ostili, come CNN.

Ma 62 “cinguettii” sui più vari e complessi temi aperti sulla scena mondiale in un’ora soltanto sono davvero moltissimi, eppure non riesco ad immaginarlo stanco, semmai compiaciuto, mentre si specchia sul vetro dello smartphone, dimostrando «in sé… giocondità e letizia più che alcuno altro animale» (Leopardi, “Elogio degli uccelli”, Operette Morali).