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DIRE: «Alla Camera il libro su Gramsci giornalista»

La presentazione del libro su Gramsci giornalista di TESSERE alla Camera dei deputati

 

Questo il lancio della Agenzia di stampa DIRE sulla presentazione del libro pubblicato da TESSERE sugli scritti giornalistici e sul giornalismo di Gramsci che si è tenuta alla Biblioteca della Camera dei deputati ieri, lunedì 19 giugno.

GRAMSCI GIORNALISTA, IN UN LIBRO GLI ARTICOLI DEL FONDATORE DE L’UNITÀ GRAMSCI GIORNALISTA, IN UN LIBRO GLI ARTICOLI DEL FONDATORE DE L’UNITÀ LA PRESENTAZIONE DEL VOLUME A PALAZZO SAN MACUTO

Roma, 19 giu. – “Il giornalismo, il giornalista”, Scritti, articoli, lettere di Antonio Gramsci. È il libro curato da Gianluca Corradi, con la prefazione di Luciano Canfora e la postfazione di Giorgio Frasca Polara, per la casa editrice ‘Tessere‘ presentato nel pomeriggio nella Sala del Refettorio, presso la Biblioteca della Camera dei Deputati di Palazzo San Macuto in via del Seminario.

A 80 anni dalla morte del fondatore de “L’Unita”, avvenuta il 27 aprile 1937, sono stati raccolti alcuni degli oltre 1.500 articoli che Gramsci pubblicò su varie testate (prima della reclusione nel 1927) e alcune sue lettere in cui tratta della tematica della stampa.

Al tavolo del dibattito, oltre a Canfora, storico e prefatore del libro, si sono seduti Francesco Giasi, direttore Fondazione Gramsci, Paolo Franchi, giornalista, Emanuele Macaluso e Maria Luisa Righi, ricercatrice. A coordinare i lavori Sergio Amici, presidente Associazione Stampa Parlamentare.

Come sottolinea Giorgio Frasca Polara nella postfazione, in Gramsci la passione per la carta stampata nasce come necessità politica perché egli ne comprende il valore come strumento di formazione, come arma prima di educazione e poi di propaganda. Non per nulla, in un articolo su “L’Avanti” del 1916 Gramsci scrive che il soldino buttato lì nella mano dello strillone è un proiettile consegnato al giornale, da cui discende l’invito a boicottare la stampa borghese.

Ma Gramsci, come annota Canfora nella prefazione, sapeva ben distinguere tra valutazione tecnica del mestiere del giornalista e giudizio etico politico di un personaggio e di una testata. «Gramsci – aggiunge Frasca Polara – avrebbe potuto insegnare, e bene, quel giornalismo serio, informato di cose serie, che oggi sta diventando una rarità non solo in Italia”.

Nell’introduzione al volume, Corradi scrive che si «può affermare che nella produzione giornalistica di Antonio Gramsci la distinzione tra giornalismo e politica è assai più marcata di quanto non sia dinanzi ai nostri occhi sfogliando un quotidiano “indipendente”».

E in effetti, ha osservato Sergio Amici, Gramsci «non si è limitato a scrivere articoli, ma si preoccupava della fattura del giornale, della grafica, del formato, naturalmente della scrittura dei pezzi, dei problemi della tipografia, di quelli relativi alla distribuzione».

“L’Unità”, annota sempre Corradi, «è un giornale che pur dichiarandosi a lungo apertamente “organo ufficiale del Partito comunista italiano”, prima di diventare “quotidiano fondato da Antonio Gramsci”, manterrà quasi sempre ampi margini di autonomia tanto nel lavoro dei propri redattori quanto nel vasto apporto di collaboratori esterni».

E il Gramsci giornalista, osserva Macaluso, «aveva anche l’obiettivo di arrivare il più possibile alle masse popolari. Attraverso “l’Unità” – ricorda l’ex direttore – c’è stata una grande alfabetizzazione politica, una cultura politica di massa».

Macaluso non nasconde le critiche verso quello che oggi è diventato il quotidiano che fu l’organo del Pci. «Non mi fate dire le cose che penso guardando l’oggi – sospira l’ex senatore – quel giornale, l’organo comunista, l’organo fondato da Antonio Gramsci, non solo non c’è più ma c’è un abuso. Non funziona e non ha funzionato perché non si può affidare l’organo di un partito a imprenditori e costruttori. Si può fare l’organo di un partito senza un partito? Lì c’è solo un soggetto politico-elettorale».

(Mar/ Dire) 20:53 19-06-17 NNNN