DAILY LA PAROLA

Disamore

Il disamore è un sentimento che appesantisce la vita di molti, ma che potrebbe essere trasformato senza bisogno di diventare contorsionisti del cuore

La parola non è delle più gradevoli: il vocabolario Treccani on line ci informa che diṡamóre è un sostantivo maschile, composto dal prefisso disgiuntivo dis – più la parola amore, e che significa «Mancanza d’amore, di attaccamento; indifferenza: disamore per la famiglia; mostrare disamore allo studio».

L’uso che se ne fa oggi, anche se il vocabolario fa finta di nulla indicando l’effetto senza accennare alla causa, è disamore come fine dell’amore; riguarda il sentimento che si sperimenta in quella fine, più che la condizione emotiva che questa fine porta con sé, condizione nella quale ci si può trovare per anni o anche per sempre, se ci si resta a galleggiare dentro. Può succedere che ci si disamori non solo di una persona un tempo amata, ma anche di un’idea, un lavoro, un’amicizia, una situazione che prima ci era piaciuta molto.

Il disamore come durevole condizione emotiva riguarda milioni di coppie che si tengono assieme per i motivi più disparati, da quelli meramente logistici a quelli classici: la posizione, il buon matrimonio, i figli, e via dicendo. Spesso sono quelli che «la facciata li tiene insieme meglio dell’attak», come scrive Sara Peggion nell’ articolo C’è un nuovo virus in Italia: il disamore,  anche se di nuovo il disamore ha poco, forse solo il livello di diffusione. Lo stesso stato interiore tiene ingabbiate famiglie intere, luoghi di lavoro, vita quotidiana degli adulti.

Essere adulti, infatti, non è un gran vantaggio: c’è la consapevolezza di sé ma magari non la capacità d’azione, c’è la competenza ma magari non la presa di responsabilità personale, e c’è la corsa che tutto sovrasta, trascina, scompone. Ma se viviamo senza prendere fiato sarà impossibile fare l’unica cosa sana, che sarebbe semplicemente affrontare il problema: l’unica che ci restituisce almeno il tempo che impieghiamo a imparare a ingoiare la merda senza batter ciglio.

 

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