DAILY LA PAROLA

Geopolitica

La parola e la disciplina "geopolitica" esistono dai primi decenni del secolo scorso. Oggi il termine è di uso comune e ricorre spesso, anche nelle chiacchiere al bar, quando si parla del futuro politico (e geografico) del mondo. Ma non è così semplice
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La geopolitica (da non confondersi con la geografia politica e con la politica internazionale) è una disciplina che studia le relazioni tra la geografia fisica, la geografia umana e l’azione politica. Benché sia una branca di studio piuttosto popolare, manca ancora di una definizione univoca e condivisa.

Coniata dal Sociologo, politologo e geografo svedese, Rudolf Kjellén, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, la parola oggi è usata e abusata. I “geopolitologi” hanno (o, in qualche caso, vantano) capacità di anticipare quanto può avvenire sulla scena politica nazionale, europea, mondiale, analizzando il contesto geografico, culturale, sociale, economico. Quindi spazia dalla geografia politica e fisica, alla politica internazionale, dai rapporti internazionali in chiave geografica, fino allo studio delle tendenze espansive di stati e nazioni.

Fino a pochi anni fa era tabù, scrive Lucio Caracciolo sul mensile “Limes”, la migliore rivista italiana di geopolitica, di cui è direttore. «È parola di moda – aggiunge – corre e ricorre nei media, talvolta al bar o allo stadio. Imprenditori e finanzieri discettano di “rischio geopolitico”. Decisori politici e strateghi militari l’applicano alle loro procedure. Da qualche anno è entrata, sia pure in punta di piedi, financo nell’accademia italiana. Non è una scienza, tempera la sindrome di onnipotenza e cesserà con la fine della specie umana. Forse».

Oggi, lontana dalle tendenze deterministiche con cui si era affermata tra le due guerre, la geopolitica rivaluta l’attitudine a sviluppare i rapporti tra geografia e studio delle relazioni internazionali, insieme allo sviluppo di temi e di numerose altre questioni che riguardano il rapporto degli stati con i più complessi fenomeni del contesto mondiale globale.

Yves Lacoste, geografo francese, la definisce come «situazione nella quale due o più attori politici si contendono un territorio. In questo contendere, le popolazioni che abitano il territorio conteso, o che sono rappresentate dagli attori che se lo contendono, devono essere coinvolte in questo conflitto attraverso l’uso degli strumenti di comunicazione di massa». Secondo il Devoto-Oli (1984), la geopolitica è «lo studio delle motivazioni geografiche che influenzano l’azione politica», mentre per il Grand Larousse Universel (1962) è «lo studio dei rapporti che uniscono gli Stati, le loro politiche e le leggi di natura, queste ultime determinando le altre».

Alla fine, sempre per dirla con Lucio Caracciolo, «la geopolitica esiste da sempre – per noi almeno dalla disputa fra Romolo e Remo nella fondazione di Roma – e cesserà solo con la fine della specie umana. Salvo continuare forse nelle competizioni fra intelligenze artificiali che si siano emancipate dai loro inventori».