«Combattenti di terra, di mare, dell’aria. Camicie nere della rivoluzione e delle legioni. Uomini e donne d’Italia, dell’Impero e del Regno d’Albania, ascoltate! Un’ora, segnata dal destino, batte nel cielo della nostra patria. L’ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia». È il 10 giugno 1940 quando Benito Mussolini scandisce queste terribili parole da palazzo Venezia, acclamato da una folla oceanica. Ad applaudire c’era un popolo ignaro del proprio tragico futuro. Erano ignari della loro drammatica sorte anche molti dei deportati nei campi di sterminio nazisti finiti poi nelle camere a gas dei lager.
Ignaro, che non sa, che non conosce o non ha esperienza di determinate cose, è all’oscuro, non è al corrente. Una sottile differenza con la parola ignorante usata per lo più per chi, più o meno colpevolmente, è sfornito delle necessarie nozioni.
Una pessima informazione produce un popolo ignaro che si fa un’opinione alterata della realtà: una ricerca dell’Istituto Cattaneo spiega, ad esempio, che i cittadini italiani sono quelli nell’Ue con la percezione più distorta sull’immigrazione. Il 73% ignora il numero reale delle presenze e le sovrastima (7% quella reale, 25% quella percepita).
Ne Il processo di Franz Kafka, il protagonista, Joseph K, è ignaro delle colpe che gli sono attribuite. Orson Wells trasporta il romanzo nel cinema affidando a Anthony Perkins il ruolo di K.
«Io ero ignaro di tutto», è una delle risposte frequenti nelle aule di tribunale da parte degli accusati che, a torto o a ragione, negano ogni addebito.
Nel dramma di Shakespeare, Otello è ignaro del tradimento di Iago. Eduardo De Filippo nelle vesti di Luca Cupiello è ignaro che la figlia tradisce il marito nel magistrale Natale in casa Cupiello.
Nel 2008 il finanziere Bernie Madoff fu arrestato con l’accusa di aver truffato 65 miliardi di dollari a investitori e risparmiatori che, ignari, gli avevano dato fiducia. Ignari i piccoli risparmiatori che avevano acquistato titoli Parmalat e poi finiti nei guai per il crac della società. Anche Salvini adesso si dice ignaro dell’incontro avvenuto all’hotel Metropol di Mosca che ha dato avvio all’indagine della magistratura, definita dalla stampa Moscopoli, su presunti fondi dalla Russia verso la Lega.