IL NUMERO

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Sono i colori dell’arcobaleno: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto.

Questo è lo spettro visibile che origina da un fenomeno di ottica fisica chiamato Rifrazione. Un raggio di luce bianca (proveniente dal sole, ma anche dalla luna in rarissimi casi) colpendo le gocce d’acqua in sospensione si scompone nei colori corrispondenti alle lunghezze  delle varie onde che lo compongono. La goccia d’acqua si comporta , cioè, come un prisma ottico (proprio come quello della copertina dell’album dei Pink Floyd, The Dark Side of the Moon, di cui si è parlato il 24 marzo nella rubrica La data).

Talvolta, ma è un evento piuttosto raro, il raggio luminoso viene rifratto per due volte all’interno della goccia e questo fa sì che si formi un secondo arcobaleno, con l’ordine dei colori invertiti rispetto al primario, viola in alto e rosso in basso.

Il primo a descrivere il fenomeno dell’arcobaleno secondario, fu il filosofo greco Alessandro di Afrodisia nel II-III secolo, ma solo nel diciannovesimo secolo grazie agli esperimenti di Thomas Young fu trovata la speigazione del fenomeno: la luce in particolari condizioni si comporta come un’onda.

La bandiera della pace mostra i colori dell’arcobaleno. Proprio ieri a San Francisco è morto Gilbert Baker, l’artista che, benché pare sia stato assai prima (vedi qui), si è inventato questo simbolo (vedi la notizia dell’Ansa). W la pace.

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