DAILY LA PAROLA

Incisivo

Il bell’invito a una scrittura essenziale e, soprattutto, a riflettere prima di mettersi alla tastiera che Andrea Carubi ha voluto offrire scrivendo la parola lapidario può essere arricchito dedicando qualche riga all’aggettivo incisivo fin troppo evidentemente derivato dal verbo incidere.

Incisivo, dunque, è quanto «ha la funzione e la forza di incidere», come gli otto denti dai margini sottili e taglienti «che occupano la parte anteriore dei mascellari e della mandibola» definiti appunto, trasformando l’aggettivo in sostantivo, come incisivi.

Scalpellata su una lastra di pietra una parola è incisa ma non necessariamente incisiva e delle chissà quante parole che pronunciamo o verghiamo su un foglio o ancora ascoltiamo volenti o nolenti con martirizzate orecchie nel corso della nostra intera esistenza, solo poche sono davvero incisive, vale a dire hanno lasciato il segno. Non che tutto il resto sia da buttar via, ma l’essenziale è quasi solo per definizione contenuto.

Incisivi sono il discorso, lo stile, la parola che per la propria precisione, per la loro capacità di essere penetranti rappresentano con efficacia quanto intendono esprimere. Perciò restano lì, come ferite aperte, fintanto che il corpo è in grado di sentire.

Incisivo è il disegno i cui contorni sono tracciati con linee marcate e sottili; incisivi sono i lineamenti del volto di una persona in grado di essere espressivi. E ancora lo sono i giudizi acuti e penetranti, la frase che lascia profonda traccia in chi ascolta. Anche le azioni possono essere più o meno incisive.

 

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