CRITICA FILM

L’altro volto dell’America

Denys Arcand torna al cinema con La caduta dell'impero americano, una storia che pare un banale fatto di cronaca, ma addentrandosi nei fatti diventa critica spietata di una società arci-matura, anzi marcia

Dopo il Declino dell’Impero Americano, che con tono leggero lanciava un allarme sulla dissoluzione dei valori, e dopo l’intenso Le invasioni barbariche, che affrontava il fine vita, Denys Arcand torna con La Caduta dell’Impero Americano, una storia che pare un banale fatto di cronaca, ma addentrandosi nei fatti diventa critica spietata di una società arci-matura, anzi marcia.

Siamo in un Canada che è un’America con ancora qualche traccia di Europa (Quebec), dove insomma sopravvive una certa umanità, perlopiù relegata alla beneficenza, mentre la macchina capitalistica del lavoro e del profitto funziona a pieno regime: i ricchi se la cavano sempre, il malaffare imperversa, la polizia è frustrata da una lotta impari, mentre il plurilaureato e onesto protagonista è costretto a consegnar pacchi come fattorino.

Ma succede un fatto che sovverte la logica delle cose e, in qualche modo, ristabilisce una “giustizia” sui generis. Non un capolavoro, ma degno senz’altro di visione.