CRITICA FILM

L’uomo che ride

Il film "Joker", uscito nelle sale all'inizio di ottobre, ha sbancato i botteghini diventando in breve campione di incassi. Sotto il trucco da clown il volto di Joaquin Phoenix che ha raccolto l'eredità di Heath Ledger

È da poco uscito il primo lungometraggio interamente incentrato sulla nemesi di Batman: Joker. E come previsto, ha sbancato i botteghini diventando, in breve, campione di incassi. Sotto il trucco da clown, questa volta si cela il volto di Joaquin Phoenix, celebre attore statunitense interprete, fra gli altri, dell’imperatore Commodo, ne Il gladiatore, e di Johnny Cash nel film biografico sul musicista, Quando l’amore brucia l’anima.

Ma tra i grandi fan dei fumetti e dei cinefumetti, il viso del Joker è diventato quello di Heath Ledger, interprete del personaggio nel film di Christopher Nolan Il cavaliere oscuro, uscito nel 2008, che gli valse un Oscar postumo come miglior attore non protagonista. Il risultato di Heath Ledger finì per accentuare la fama, già di per sé grande, del supercattivo di Batman, insieme al successo legato alla recitazione senza pari del giovane attore australiano e al ritorno alle origini del personaggio: Gwynplaine, il protagonista del romanzo L’uomo che ride di Victor Hugo, padre del Romanticismo francese, che ha fornito spunti per Joker in più di un senso: ha la faccia sfigurata in un ghigno sorridente, viene cresciuto da un saltimbanco; infine, scoperte le sue vere origini, diventa nemico dell’élite britannica, parassitaria e oppressiva.

Dopo il grande successo del personaggio, i celebri fumettisti Bob Kane e Brain Bolland hanno deciso di scrivere le origini di Joker ispirandosi proprio al romanzo di Victor Hugo, realizzando fumetti come Batman: L’uomo che ride, dove viene raccontato il primo incontro tra l’uomo pipistrello e Joker, e Batman: The Killing Joke, in cui gli autori ripercorrono le origini del personaggio: un comico povero in canna che deve trovare un modo per mantenere la famiglia, in attesa di un figlio. Disperato, accetta di prendere parte a una rapina, ma poco prima del colpo viene a sapere che la moglie è morta in ospedale insieme al bambino che aspettava. Malgrado lo shock in conseguenza di quanto è accaduto, i complici lo costringono a compiere il colpo, durante il quale interviene Batman. Nel tentativo di fuggire, il comico cade in una vasca di liquami industriali, da cui emerge con la pelle bianca, le labbra rosse e i capelli verdi. Vedersi in quello stato completa il crollo psichico iniziato con la morte della famiglia e lo trasforma definitivamente in Joker.

Il Clown di Heath Ledger, nel film del 2008, si distingue da quello del suo predecessore Jack Nicholson, che lo ha interpretato in Batman, del 1989, per lo sfregio sulle guance che ne esalta il ghigno malefico, in riferimento al personaggio di Hugo. L’aspetto spettrale e mostruoso del criminale unito alla magistrale interpretazione del giovane attore, ha decretato il successo del film. Ma il Premio Oscar non è stato l’unico a tornare alle origini, poiché anche il Joker di Joaquin Phoenix sembra che ispirato almeno in parte a L’uomo che ride di Hugo. Le somiglianze tra la trama del film e quella del libro ambientato nel XVII secolo sono numerose: il rapporto tra il protagonista e una persona in difficoltà (nel libro Gwynplaine è legato a Dea, una ragazza cieca cresciuta con lui, mentre nel film Arthur Fleck si occupa della madre malata ed è innamorato di una ragazza-madre sua vicina di casa); il legame col mondo dello spettacolo (Gwynplaine lavora insieme al saltimbanco e padre adottivo Ursus, mentre nel film Fleck lavora come clown e vorrebbe essere un comico di successo); l’evidente distanza tra il mondo dei benestanti e quello di chi non lo è, con il ruolo del protagonista come paladino dei più deboli contro la malvagia élite sfruttatrice. Quest’ultimo punto è forse il legame più evidente tra i due protagonisti del libro e del film.

Gwynplaine, infatti, è il figlio di un nobile che si è opposto al re d’Inghilterra, sfigurato come punizione da infliggere al genitore traditore. Quando si riappropria del suo status, tenta invano di mostrare ai Lords quanto sia in difficoltà il popolo inglese. Arthur Fleck, invece, uccide tre colletti bianchi che lo stavano pestando senza un vero motivo in metropolitana e per questo verrà acclamato dal popolo di Gotham come giustiziere di una società che fa troppo per i ricchi e niente per i poveri.

Molti parlano già di un Oscar per Phoenix, anche se la critica, a differenza del pubblico, non è stata granché entusiasta della pellicola di Todd Philips. Non tanto perché il film sia di bassa qualità, ma per la sua possibile “pericolosità” anche nel mondo reale: Joker si è creato “cattiva” fama a seguito di alcuni tragici episodi accaduti a partire dall’uscita de Il cavaliere oscuro, peraltro funestato dalla tragica morte di Heath Ledger poco tempo dopo la prima del film. Nel 2012, un ragazzo che inneggiava al Joker, con una parrucca rossa in testa, entrò armato nel cinema della città di Aurora, in Colorado, dove era in corso l’anteprima del terzo capitolo della trilogia di Batman di Christopher Nolan, Il cavaliere oscuro-il ritorno, e uccise 12 persone ferendone circa 60. Dopo questi episodi si è creata nell’immaginario collettivo l’idea che la pazzia del clown della DC Comics abbia un’influenza negativa sulla gente e, data l’aura da giustiziere presente nel film di Philips, in molti temono l’emulazione. Joker non è stato quindi proiettato nella città di Aurora ed è tuttora vietato andare a vederlo mascherati come il protagonista. E non sono mancati casi di evacuazione delle sale quando qualcuno ha visto persone travestite da clown aggirarsi nei paraggi dei cinema

Del resto, come dice lo stesso Joker nel fumetto The Killing Joke, non ci vuole molto per diventare pazzi e compiere gesti folli e spietati, ma soltanto «una giornata storta», battuta ripresa in parte da Joaquin Phoenix mentre la sua mente si spezza sempre più.