DAILY LA PAROLA

Occhiali

La lunghissima storia di uno strumento indispensabile per la visione ma diventato oggi anche un accessorio di moda

Tutti, prima o poi, indossano un paio d’occhiali, magari non d’oro, come lo sfortunato protagonista del romanzo di Bassani. Se sono necessari nel caso si abbiano difetti di vista, diventano indispensabili con il passare degli anni anche a chi ci vedeva benissimo, ed è costretto a fare i conti con la presbiopia. Ne sapeva qualcosa il povero Cicerone, costretto a farsi leggere le cose a voce alta da altri.

Ma cosa sono gli occhiali, da dove vengono, cosa vogliono da noi? Si tratta di uno strumento ottico composto da lenti e dal supporto che le tiene al loro posto, la cosiddetta montatura, realizzata in fogge e materiali diversi. Nel corso del tempo si sono raffinate le conoscenze ottiche, sono cambiati e si sono perfezionati i materiali utili alla preparazione di lenti e di montature, e gli occhiali sono diventati veri e propri accessori, da cambiare e intonare all’abbigliamento o, come si dice oggi, all’outfit.  In particolare succede con gli occhiali per proteggere gli occhi dal sole, ormai necessari a tutte le età, ma anche per gli occhiali da vista o da lettura.

Pare che quest’utile accessorio sia stato inventato a Venezia nel corso del 1200. Nella Cronaca del convento di Santa Caterina di Pisa si legge che il frate domenicano Alessandro della Spina (morto nel 1313) «rifece e rese nota l’invenzione degli occhiali, che qualcun altro aveva per primo realizzata ma non voluto diffondere»; in alcuni capitolari delle arti veneziane di fine Duecento si parla degli occhiali, chiamati roidi da ogli, come di oggetti già da tempo fabbricati dagli artigiani vetrai di Murano. Nel 1352 il pittore Tomaso da Modena ritrae il cardinale Ugo di Provenza con gli occhiali: è una delle prime testimonianze iconografiche del loro utilizzo, non a caso proprio a Treviso. Veneta è l’origine, e veneta sarà la produzione dell’occhiale a livello industriale, con la prima fabbrica a Calalzo di Cadore, in provincia di Belluno, aperta nel 1878 da Angelo Frescura, che diede inizio al distretto industriale dell’occhiale.

L’uso di lenti correttive risaliva però ai tempi dei Romani, che utilizzavano uno smeraldo come lente di ingrandimento, mentre verso il XII secolo si è cominciato a fare uso di pezzi di vetro variamente levigati in forma concava o convessa che ingrandivano sì gli oggetti, ma in compenso ne distorcevano parecchio i contorni. Per questo motivo le lenti correttive cominciarono ad essere lavorate con maggiore cura; il filosofo e alchimista inglese Roger Bacon, conosciuto in Italia con il nome di Ruggero Bacone, fu il primo a descriverne l’utilizzo, nel 1262. Povero Roger Bacon: finché rimase sotto la protezione del Papa Clemente IV, si applicò agli studi dell’ottica e della rifrazione; appena morto il papa, mentre come sempre se ne faceva un altro, i suoi detrattori ne approfittarono per accusarlo di eresia e sbatterlo in prigione. Ma anche lui, come Galileo, era ostinato: quando finalmente uscì di prigione continuò i suoi studi.

L’uso degli occhiali ebbe una grande diffusione in Inghilterra, durante il XVII secolo; sempre in questo periodo, l’astronomo e matematico tedesco Johannes Kepler, spiegava in vari studi il corretto uso delle lenti in vetro, in particolare spiegò la differenza tra lenti concave e lenti convesse. Ma noi conosciamo il mitico Keplero per altre famosissime leggi, se non le ricordate potrete sempre ripassare con Lorenzo Baglioni e i Supplenti italiani. Tra l’altro la protagonista del video ha gli occhiali:

Le lenti bifocali le ha inventate a fine Settecento un altro scienziato, quel Benjamin Franklin che fu anche uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, mentre verso la fine dell’Ottocento le prime lenti a contatto le inventò il tedesco Adolf Eugen Fick, per la felicità di chi voleva guardare di lato senza dover girare ogni volta la testa in qua e in là.

Se gli occhiali sono diventati un accessorio frutto del design degli stilisti e soggetto perciò alle molte imitazioni che ne conseguono, c’è anche chi grazie a loro ha acquisito lo status di icona di stile, come una simpatica vecchietta di nome Iris Apfel che porta occhiali grandissimi e neri, veri protagonisti della scena. Del resto suo padre era un ottico….

Nel suo libro Iris Apfel: Accidental Icon la famosissima Iris si definisce una “starlet geriatrica”, e dispensa una serie di consigli molto azzeccati, frutto della sua esperienza da classe 1921. Per esempio esorta le donne a non essere ossessionate dall’età, è solo un numero – e il suo, a breve, sarà 98 -; saggiamente ci suggerisce di scegliere un partner che sia orgoglioso del nostro successo, e lei a suo tempo lo ha fatto; ci ricorda che per essere giovani è necessario pensare da giovani, non isolarsi, e nemmeno pretendere di dimostrare meno anni. Tanto più che la moda, almeno quella, non conosce età. Dunque bando alle labbra a canotto e alle infiltrazioni di botulino, e inforcate un bel paio di occhiali!

Se poi volete sapere come scegliere il paio di occhiali più adatto a voi, potete provare a seguire i divertenti consigli a fumetti di RichardHTT.

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