DAILY LA PAROLA

Pampe

Pauroso, refrattario alla responsabilità, vittimista. Ecco il pampe

Di pampe è pieno il mondo. Il termine, indeclinabile e nobilissimo, pare sia la forma contratta di pampalùgo, dal greco “fanfaluca”. Si riferisce, da secoli, ad un’autentica calamità naturale: l’uomo inconsistente, pauroso, perennemente indeciso. Oppure refrattario ad assumersi la responsabilità di qualunque cosa, in genere dal piglio vittimistico (ruolo che gli si attaglia perfettamente e che recita con grande pathos). Goldoni ci è andato a nozze, popolando le sue commedie di pampe (maschi, per le femmine in bilico si usano altri epiteti che TESSERE si riserva di esplorare); ma non è l’unico. Il pampe si traghetta di autore in autore: piace a Manzoni e a Stendhal, popola i salotti, le ciacole (chiacchiere) in bacaro, i mercati. Di solito, soffre di un attaccamento morboso alla madre, alla moglie (che spesso se n’è già andata, dopo anni di patimento) o a chiunque abbia più carattere di lui. Un po’ narciso, è – come si affretta a ribadire – un incompreso, alle prese con un mondo ostile.

Tuttavia, nei sogni del pampe (perché anche i pampe sognano) c’è il potere. Un potere accarezzato, a sentir lui quasi raggiunto (se non fosse che il destino ci ha messo la zampa) e quindi ancor più agognato. Pur di arrivare al successo, il nostro personaggio è pronto a passar sopra ad ogni creanza, perché ciò che conta – alla fin fine – è dimostrare di esistere, di contare qualcosa. Si racconta la storia di un pampe clamoroso, talmente pampe da tramandare ai posteri il suo gesto: un certo Alvise (detto conte dae braghe onte, “dai calzoni sporchi” per la fifa) che tradì la Serenissima ai tempi della battaglia di Lepanto, passando ai Turchi. Promise al nemico informazioni segrete che, certo, non possedeva, e finì impalato su una lancia ottomana. Così, per dire super pampe, ancor oggi si parla di pampe dei Turchi, e ci si capisce subito.

La categoria è applicabile anche all’amministrazione della cosa pubblica, quando promette senza mantenere, o realizza qualcosa di profondamente contraddittorio rispetto al bene comune: come offrire concessioni alle antenne del 5G, quelle di ultima generazione (che non si sa bene cosa combineranno al nostro cervello) o vendere edifici storici ai cinesi (che, nella migliore delle ipotesi, li vogliono smontare e ricostruire a nord di Shanghai). Si obietterà che all’Alvise, al pampe dei Turchi è andata male, ma i tempi cambiano e la truffa narcisistica si affina. Conviene stare all’erta: la madre dei pampe è molto prolifica.

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