Periodico (dal latino periodicum) è riferito a qualcosa che si verifica e manifesta a intervalli regolari e prevedibili, ma è anche un prodotto editoriale. Ossia un periodico, non quotidiano, che si offre con cadenza programmata al pubblico, portandolo a conoscenza di interventi scritti firmati da autori diversi, relativi ad una casistica molto elevata e diversificata di temi a carattere letterario, politico, scientifico, economico, artistico, e via dicendo. Il più delle volte queste pubblicazioni (settimanali, quindicinali, mensili, ecc.) spesso destinate ad un rapido consumo, sono caratterizzate da una relativa omogeneità che ne detta l’indirizzo di fondo ed esternamente la scelta della veste tipografica.
In Europa i primi giornali a stampa a riportare sul frontespizio la numerazione progressiva apparvero agli inizi del XVII secolo, e dal quel tempo l’evoluzione tecnologica ha fatto sì che oggi molti giornali (come la nostra rivista) non siano più cartacei, ma fruibili esclusivamente da internet, e sono per questo definiti periodici online.
Da buon bibliotecario non posso esimermi da citare la distinzione biblioteconomica tra Riviste e Giornali che si basa sul concetto di “copertina”. È da considerarsi “rivista” il periodico che presenta una copertina, priva di articoli, mentre il giornale invece è un periodico che non ha frontespizio né copertina, in cui gli articoli cominciano fin dalla prima pagina, direttamente sotto la testata. E per finire, dando i numeri, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la più grande d’Italia, conta circa 420.000 testate di periodici, tra titoli correnti e cessati.