DAILY LA PAROLA

Petricore

La terra bagnata sprigiona un tipico profumo: per definirlo due ricercatori australiani hanno coniato un neologismo dal greco

Con un neologismo anticheggiante, dal suono solido e apparentemente universale, si chiama l’odore tipico della terra dopo un acquazzone. Un odore che tutti conosciamo, celebrato dai poeti quand’era ancora senza nome (per esempio dal povero D’Annunzio che avrebbe potuto anche pensarlo, un nome adatto), questa parola è stata coniata nel 1964 dai ricercatori australiani Bear e Thomas in occasione di un articolo pubblicato su «Nature», utilizzando i due termini greci πέτρᾱ pétrā “macigno, pietra”, e ἰχώρ ichṓr, “icore, linfa”, ma anche “pus” e “sangue degli dei”.

Ma quell’odore non è uno solo, non è uguale a tutte le latitudini. E infatti secondo Una parola al giorno petricore non riesce affatto a sintetizzare davvero quella percezione olfattiva, risponde solo al compito che le hanno affidato i ricercatori Bear e Thomas, cioè dare un nome alla composizione chimica dell’odore che si sente quando piove sulla terra riarsa:

«Questa parola, nel suo uso non scientifico, è una trappola. Suggerisce un solido pavimento poetico, ma è cedevole – e sotto non c’è niente. La realtà è che una parola che significa l’odore che promana dalla pioggia sulla terra riarsa non esiste. È un odore tanto meraviglioso quanto ineffabile, che solo una costruzione poetica tornita e raffinata può rendere. Pensare di poterlo rendere dicendo “petricore” è un’ingenuità».

Dunque lo sporco lavoro di definizione dell’indicibile spetta comunque alla poesia, come al solito: e non lo farà mai con una parola sola.

 

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