CRITICA LIBRI

Profumo di mamma

Il libro "Il Profumo" di Patrick Süskind (Longanesi,1985), una critica radicale e spietata del potere

Il Profumo di Patrick Süskind, pubblicato da Longanesi nel 1985, è una critica radicale del potere. Grenouille, il protagonista, è un rifiuto. Viene rigettato dalla madre e dal mondo. Da qui il pensiero di fondo della sua vita: «il mondo mi odia quindi io odio il mondo». 

Grenouille è un tipo, un tipo puro, è il tipo solo odio. È un diavolo. Un parassita, una zecca vorace che si nutre di rancore, che vive contro l’amore, odiando e facendosi odiare.

La madre lo ha castrato perché innanzitutto, non riconoscendolo e abbandonandolo subito, gli ha impedito di sentire il suo odore. Ma un bambino avverte l’esistenza della madre prima di tutto tramite il suo odore e sente di esistere attraverso il suo riconoscimento. Dunque Grenouille, al quale sono mancati l’odore e il riconoscimento della madre, non sente di esistere. 

Ma, se l’esistenza della madre è data innanzitutto dal suo odore, Grenouille, che sente di non esistere, non può aver odore. Il significato profondo, simbolico, del fatto che egli non ha odore è che è così perché non ha il senso di esistere. Ogni essere vivente che esiste ha un odore, e dunque un essere vivente che non ha odore non esiste. Il suo sentimento di sé può essere manifestato da questo ragionamento: «il mio odore esprime ciò che sono, io non ho odore, quindi non sono».

Questo senso di non essere, d’impotenza, è la molla di tutto, che spinge Grenouille a una ricerca di potenza. L’arte, il genio, la creatività, che lui possiede essendo molto ricco di talenti, sono tutti messi al servizio di quest’unico tema, il tema del potere. E Grenouille annusa qual è l’arma più potente, più capace di dare potere, ossia l’odore. Il profumo, l’arma più potente perché agisce non a livello superficiale, mentale, cosciente, ma a livello primitivo, irrazionale, inconscio, e domina il cuore, i sentimenti, le emozioni.

E però, se tutto il comportamento di Grenouille è spinto dal sentimento di non avere odore, ossia di essere niente, egli originariamente non ha consapevolezza di ciò. Ne acquista coscienza quando resta sette anni nella caverna, simbolo platonico affine alla madre e alla tomba, che allude a una morte e a una rinascita, cui accenna anche il numero sette, simbolo di crisi, fine e nuova nascita, come i sette giorni che decretano la fine di una settimana e l’inizio di un’altra. Nella caverna egli prende consapevolezza di sé, muore il Grenouille incosciente e nasce quello cosciente: lì si rende conto di non avere odore, ossia comprende di sentirsi niente. Prima era solo un naso rivolto agli odori del mondo, adesso rivolge il suo naso verso di sé. È la prima forma di autocoscienza.

Ma, se la caverna è morte e rinascita, rinascere vuol dire prima di tutto, per Grenouille, darsi un odore, ossia auto generarsi: sua madre infatti non lo ha veramente generato perché non gli ha dato un odore, cioè il sentimento di esistere. Così, acquisendo egli un odore, gli altri lo riconosceranno, lo accetteranno. Sarà alla pari degli altri. 

E tuttavia non gli basta nemmeno essere al pari perché in quel caso sarebbe confuso con loro e quindi ancora ignorato. Per avere la sensazione di esistere deve ottenere il potere assoluto, essere sopra tutti gli altri, così si distinguerà, tutti lo vedranno e avrà il potere di essere ammirato da tutti.

Per raggiungere questo obiettivo però deve ottenere non un qualunque profumo, come gli altri, ma il profumo più potente, quello che ha sempre cercato, che gli è mancato da sempre: il profumo di donna, il profumo della madre. 

Tuttavia, se non può più avere l’odore della madre, il profumo più potente che egli cerca, non è quello di una donna qualsiasi, ma della giovinezza. Come la madre era giovane quando lo generò, così adesso Grenouille cerca il profumo di una giovane, un essere che contiene tutto ma non si è ancora definito, quindi non ha ancora perso nessuna potenzialità e racchiude il massimo della ricchezza. Il profumo più potente è quello del femminile indefinito, del quale Dio è Dioniso, cioè il profumo del dionisiaco. Ciò che suscita il massimo potere sugli uomini è il dionisiaco.ciò da cui gli uomini sono più attratti. Il profumo più potente è il profumo che sprigiona e libera il dionisiaco.

Ma, raggiunto con l’omicidio il massimo potere, il potere del profumo di giovane donna, quel potere si rivela in realtà un’impotenza, un trucco. L’odore che egli acquisisce è quello di un profumo artificiale, non il suo vero odore. È aggiunto al suo corpo, non viene dal suo corpo. Lui resta senza odore e pertanto, sotto l’artificio, continua a non avvertire alcun odore e a sentirsi niente. L’odio e il potere non riempiono il vuoto. Può ingannare gli altri ma non se stesso.

E allora alla fine rinuncia, si fa sbranare, come gesto di espiazione per la colpa, quella, carica di conseguenze funeste, di aver sfidato Dioniso. È una colpa di ybris, ha sfidato gli dei, ha cercato l’onnipotenza. Non si comprende il libro se non si è capaci di vedere in esso la forte presenza del pensiero di Nietzsche, decisivo nei temi della meditazione nella caverna, che ricorda Zarathustra, della volontà di potenza e del dionisiaco.

E dopo aver sbranato Grenouille, davvero come in una festa dionisiaca, gli altri lo mangiano. Ma qui mangiare è un atto di riconoscimento: ciò che è buono, che amo, lo mangio per incorporarlo, per acquistarne il potere. Con la morte Grenouille ottiene il riconoscimento che non ha mai avuto in vita. E tuttavia anche questo è un falso riconoscimento: gli altri lo mangiano perché pensano che lui abbia il potere del profumo, ma si tratta appunto di un profumo artificiale e non naturale, cioè di un potere apparente, e, se gli altri sono stati ingannati, lui sa bene invece qual è la verità, che non ha odore, e continua a pensare di essere niente. Lui sa che il profumo più potente, con tanta fatica raggiungo, è la maschera del nulla.

In realtà ha fallito in quanto ha fabbricato sempre soltanto gli odori del potere, che sono stati tutti impotenti perché non gli hanno dato la gioia. Il potere non dà la gioia, cioè non dà la potenza. L’espiazione significa per lui pagare la colpa di non aver saputo vivere. E di non aver saputo creare l’unico profumo davvero potente perché capace di dare gioia: il profumo dell’amore.  L’unico profumo che il genio del profumo non ha mai sentito.