DAILY LA PAROLA

Pub

Parola di uso planetario, è infatti entrata di peso nel patrimonio linguistico di molti paesi, Italia compresa.  Allo stesso modo è ormai noto che le tre lettere che la compongono, derivano dalla contrazione del termine Public House, mentre sulla sua data di nascita ancora, si scommette. Per alcuni è stato varato nella prima metà dell’800, quando le taverne erano così diffuse e frequentate, soprattutto dalla working class, da costituire una vera e propria casa comune in cui tutti potevano incontrarsi e ubriacarsi allegramente. O complottare contro il governo. Come facevano gli United Irishmen in Ulster nel 1700, per esempio.  I pub aprivano nella tarda mattinata e spesso chiudevano prima di mezzanotte, quando l’oste, suonando una campanella sospesa sul bancone, invitava gli ultimi ubriachi ad andare a letto.  Usanza che alcuni pub di campagna irlandesi ma anche inglesi, conservano ancora oggi, per la delizia dei turisti.

Un tempo il pub si chiamava tavern, il che la dice lunga sull’origine dato che furono proprio i legionari romani di stanza in Britannia dal I al V secolo D. C. a contribuire massicciamente alla diffusione delle tabernae ai quattro angoli dell’isola, creando un fenomeno destinato a enorme successo per tutti i secoli a venire.

Per tutto il Medioevo, ogni taverna produceva la propria birra doc, spesso seguendo procedimenti che si tramandavano di generazione in generazione.

Nel 1393 Riccardo II obbligò gli osti a esporre insegne al di fuori del proprio locale. «Chiunque abbia intenzione di produrre birra in città, con l’intento di venderla, dovrà appendere all’esterno un’insegna, altrimenti perderà per confisca la propria birra».

All’inizio, usavano appendere sulla porta, mazzi di luppolo o attrezzi della produzione. Successivamente, appariranno insegne vere e proprie, dipinte a mano o in ferro battuto. I nomi e le immagini  spesso rievocavano eventi storici, simboli naturali o religiosi (“Il Sole”, “La Stella”, “La Croce”) e talvolta   lo stemma del feudatario locale. Una caratteristica  arrivata  intatta fino ai giorni nostri.

Nel 1446, a Londra nasce la corporazione dei Birrai, degna antenata delle moderne corporation, Guinness in testa.

I pub irlandesi, hanno un aspetto meno vistoso dei loro corrispondenti inglesi. Non hanno insegne pittoresche e colori sgargianti. L’arredamento è spesso austero. Niente nomi di fantasia,  spesso   prendono il nome dal proprietario (attuale o precedente) come ad esempio Murphy’s o O’Connor’s.  Come ricordano i più famosi pub tradizionali di Dublino  O’Donoghue’s e 0′ Doheny.

La maggior parte dei pub che dagli anni ’80  hanno inondato il resto del mondo Italia compresa,   copiano artificiosamente gli originali, essendo in  molti casi arredati direttamente dalle compagnie produttrici di birra. Ne sono un esempio, gli Irish Pub che costellano la penisola, e che  riflettono  uno stereotipo turistico-sentimentale ben lontano  dall’immagine reale dei pub cui pretendono di assomigliare

Il fatto  stesso che all’interno  del locale ci sia spesso musica dal vivo, è un mito creato dall’industria turistica. A testimonianza di questo,  sia in Irlanda che in Gran Bretagna i cosiddetti “singing pub” sono del tutto assenti in zone  di campagna, lontane dai circuiti internazionali,  come le Midlands e le contee di confine.

Il pub più antico del mondo,  secondo il Guinness dei primati è lo Sean’s Bar. Si trova ad Athlone, contea di Roscommon, sulle rive del fiume Shannon, in Irlanda.  Risalente addirittura al 900 dopo Cristo   si è aggiudicato il titolo  strappandolo al suo  rivale inglese Ye Old Trip to Jerusalem di Nottingham (paese di Robin Hood) che risale al 1189.    Il   pub irlandese si trova all’incrocio con l’Esker Riada, l’antica via scavata nei ghiacciai che ha permesso ai viaggiatori di attraversare le  paludi circostanti per migliaia di anni. Caratteristica taverna di  campagna ,  ancora oggi, usa la segatura sul  pavimento per asciugare la birra che inevitabilmente cade dalle pinte stracolme. Mentre intorno si diffonde l’odore dello stew, lo stufato di agnello e patate, profumato alla guinness.

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