DAILY LA PAROLA

Scialare
#paroledasalvare

Tanti significati diversi e sfumature secondo le zone geografiche in cui questo verbo, forse di derivazione araba, viene utilizzato
Scialare. Dal latino  exhalare, espirare, emettere, mandare fuori. È una della parole individuate dalla casa editrice Zanichelli tra quelle da proteggere, con la campagna #paroledasalvare.
Ma l’origine latina non è l’unica ipotizzata per questo termine, utilizzato ancora oggi, nel Meridione (e per fortuna, viene da dire, perché altrimenti invece che una parola da salvare, sarebbe un termine già estinto) e in alcune parti della Toscana con un’accezione curiosa, su cui tra poco torneremo. Secondo alcune teorie, riportate anche dall’Accademia delle Crusca, il verbo scialare, da cui l’esortazione “scialla”, potrebbe derivare dall’arabo Insallah, “Se Dio vuole”, “voglia Iddio” e, in questo caso, dall’esclamazione “scialla” sarebbe derivato il verbo e non viceversa.
Quale che sia l’origine della parola, molto probabilmente uno degli esempi più efficaci della contaminazione delle lingue, ne sono scaturiti, è il caso di dirlo, molti altri significati per estensione. A partire da quello di “sperperare, spendere con larghezza”, che uno dei primi che si incontra nei più comuni vocabolari. “Non c’è da scialare”, quindi, indica che bisogna fare un po’ di economia, mentre “Che scialo!” è l’esclamazione usata da chi vuole indicare una profusione di ricchezza, lusso, benessere. E, infatti, il verbo scialare, ha anche la valenza di “divertirsi, godersi la vita”. Questa accezione sembra vada ricerca nel dialetto romanesco del Settecento e Ottocento ed è comunque correlato, se vogliamo, all’idea di sperperare denaro per godersela, appunto. È qui che “scialo” diventa sinonimo di godimento e “scialata” di baldoria.
Andando a ritroso nel dialetto toscano, “scialare” viene usato, principalmente, per indicare lo spreco di denaro e lo stesso avviene in Puglia, nella zona di Lecce, dove però il verbo acquista una “elle” e diventa, quindi, “sciallare”. Ed è con questa doppia elle che si ritrova anche in Liguria, nel dialetto genovese, dove ha l’accezione di gioire, rallegrarsi e sembra che fosse l’esclamazione con cui i marinai, al loro ritorno, salutavano i familiari. “Scialla”, quindi, diventa “evviva”, ma anche “prendi la vita come viene”, “stai sereno” ed è con questo significato che ha avuto un periodo celebrità con l’omonimo film del 2011 di Francesco Bruni, con Fabrizio Bentivoglio.
E di nuovo il filo con il quale stiamo cercando di ricostruire il significato di questa parola torna ad aggrovigliarsi: secondo alcune testimonianze, in una parte della Toscana che comprende la provincia di Siena e piccole parti dei territori di Arezzo e Grosseto, “scialare” viene usato con il significato di “ansimare” riferito, in particolare, agli animali e, come ricorda l’Accademia della Crusca, ci fa fare un altro salto interessante dal punto di vista semantico: da “ansimare” e quindi “respirare forte” il termine acquista l’accezione di “stai calmo”. Come a dire, respira più che puoi per tranquillizzarti e quindi, in un futuro prossimo, rallegrarti.
Vista la carrellata di significati proposti velocemente in questo pezzo e quale che sia il nostro dialetto di partenza, potremmo decidere in quale forma ci piace di più, e riprendere ad usare il verbo “scialare”. Faremo sicuramente un favore alla lingua italiana e anche a noi: perché utilizzandolo con più frequenza potremmo prendere l’abitudine di goderci, un po’ più consapevolmente, la vita.