DAILY LA PAROLA

Scusa

La scusa – parola doverosa per il ritardo con cui viene scritta rispetto a un impegno preso – racchiude due significati importanti. Per comprenderli bisogna partire dal verbo latino da cui deriva, il verbo excūsare, in italiano tradotto con scusare. Il prefisso ex-– che indica una sottrazione, un allontanamento – si combina con la parola causa. Quando la “causa” è responsabile di una qualche conseguenza dannosa vien detta anche “colpa” e così togliere la colpa significa discolpare, scagionare, giustificare del tutto o anche solo parzialmente qualcuno dalla mancanza o dall’errore commessi o anche solo presumibilmente commessi, oppure per atti o comportamenti interpretabili come mancanza di riguardo.

Scusare dunque è anche giustificare le accuse o gli addebiti per un’azione compiuta.

Ben volentieri il verbo è usato in forma intransitiva, e così lo scusarsi sta per giustificarsi, scagionarsi. Dicevano gli antichi romani: «excusatio non petita, accusatio manifesta», ovvero che la scusa non richiesta porta alla luce un’accusa, è cioè un’ammissione di colpa, di qui il proverbio: «chi si scusa si accusa».

Il verbo scusare peraltro anticamente nascondeva il significato proprio di nascondere, dissimulare. Porta ad esempio la Treccani, una citazione di Sannazzaro: «Diffidandosi di fare Venere sì bella, come bisognava, la dipinse volta di spalle, scusando il difetto con la astuzia.

La scusa dunque, e più sovente il suo plurale le scuse, è l’atto dello scusare e dello scusarsi. Si chiede scusa, si presentano le proprie scuse, si scrive una lettera di scusa. E le si specificano come sincere,sentite, ipocrite, magre.

Ovviamente se le scuse sono poco sincere sono banalmente una giustificazione non rispondente a verità, un pretesto: quand’è così le si inventano, le si trovano o le si hanno sempre pronte. Ma questa ovviamente è una scusa bella e buona!

 

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