C’è un bambino e c’è un cavallo. Insieme corrono velocissimi in un sogno colorato che non si sa dove li porterà. È il prologo del libro Il viaggio di Tim, di Adelaide Cattaneo e Lina Senserini.
Poi un flash back e la storia inizia dal dolore di un bambino per la morte della sorellina. Un dolore che è come un pozzo nero e profondo, in cui non c’è spazio per nessun altro sentimento che non sia la terribile sofferenza. Non l’amore per i genitori, nemmeno l’amicizia per l’amico Andrea, non l’empatia per chi porta il fardello dello stesso lutto. Niente.
Finché un giorno, Tim, il bambino, viene investito da un’auto, perde i sensi e si risveglia in un mondo fantastico, al contrario, dove le regole degli uomini sono riscritte in nome dell’amore e della fratellanza. Poche pagine per descrivere l’inizio della storia, prima di tuffarsi in un viaggio colorato e allegro, a momenti spaventoso, che tiene con il fiato sospeso, tra boschi magici, animali che parlano, gnomi rugosi e saggi, fiumi proibiti. Si chiama Bosco delle rughe, questo mondo, dove nessuno litiga e si arrabbia, gli abitanti si amano e si sostengono l’un l’altro, non esistono odio, violenza, avidità. E nessuno rincorre l’eterna giovinezza. Anzi avere le rughe significa essere saggi e rispettati. E guai a perderle perché con esse fuggono anche maturità e saggezza. Ci sono poche regole e una “pattuglia” di aquile a controllare che tutti le rispettino. Ma non c’è pericolo, perché nessuno si sognerebbe di infrangerle. È qui che Tim intraprende un viaggio, accompagnato dall’inseparabile amico-gnomo Burberino, alla scoperta del nuovo se stesso, fino al sorprendente finale.
Il viaggio di Tim è uno di quei libri che dispiace finire, perché arrivati alle ultime pagine viene voglia di assaporarne ancora la compagnia, correndo, volando, nuotando attraverso il cuore e l’anima, per riscoprirsi alla fine pieni di speranza e di gioia.
Questa storia è una favola che fa ridere e piangere, che trascina la mente e il cuore dietro ai due protagonisti. E che al di là della verosimiglianza della storia, si può leggere a ogni età e in ogni fase della vita: per ogni lettore ci sarà una risposta e un significato diverso. L’importante è non farsi troppe domande. Chi legge non deve cercare troppe risposte, solo godersi il piacere della storia, che alla fine è più reale di quanto ci si aspetti e carica di emozioni. La scrittura è semplice e scorrevole, vola via una pagina dopo l’altra, accompagnata dagli acquerelli di Adelaide Cattaneo, che illustrano situazioni e personaggi con pochi tratti colorati e bellissimi.
Come spiega Francesca Brandes, critica letteraria, che ha curato la prefazione e la presentazione del libro, «Il viaggio “iniziatico” di Tim è una scoperta in cui la realtà si percepisce e si sente, che insegna a vivere insieme, a condividere le esperienze e le emozioni. Ciascuno dei due protagonisti, quando diventerà grande, sarà portato a grandi cose, avrà una missione da compiere: insegnare ad affrontare quel grande, mirabile, difficile percorso che è l’esistenza umana.
Il viaggio di Tim, in fondo, insegna l’esercizio della gioia, quella che si costruisce faticosamente a partire dalle proprie personali esperienze di vita, tra le quali possono esserci anche momenti molto dolorosi, molto pesanti da sopportare. Ed è lì la forza della storia e delle autrici, perché soltanto attraverso il dolore, si può costruire un io che sappia sorridere al mondo. Questo è il messaggio più forte di questa storia per bambini di tutte le età: la speranza, quella che passa attraverso il dolore e la sofferenza, ma che alla fine porta alla gioia e all’amore per la vita».
Con la postfazione di Paola Battocchio, psicoterapeuta, il libro è edito da Supernova (Venezia, 2019). Si trova on line su Amazon, Ibs libri, Feltrinelli, nelle librerie su ordinazione.
