IL NUMERO

10.000

È il numero delle moto per uso fuoristrada vendute in Italia nel 2016, secondo i dati diffusi da Ancma, l’associazione di categoria che riunisce le Aziende italiane costruttrici di veicoli a 2, 3 ruote e quadricicli o di parti ed accessori per gli stessi veicoli, aderente alla Confindustria.

Il dato emerge dalla notizia diffusa il 28 agosto scorso in seguito alle modifiche agli articoli 2, 3 e 194 del Codice della strada votate dalla commissione trasporti della Camera che, se verranno approvate, vieteranno appunto alle moto da fuori strada l’accesso a sentieri e mulattiere, o comunque a tutte le strade di larghezza uguale o minore a 2,5 metri, d’ora in poi «destinate esclusivamente al passaggio di pedoni, velocipedi (biciclette) e animali».

Il provvedimento, secondo la Federazione motociclistica italiana (FMI), bloccherebbe l’attività sportiva dell’off-road, impedendo ai motociclisti di partecipare alle attività di Protezione civile. Sarebbe inoltre incostituzionale.

Secondo l’Ancma la vendita di moto per uso fuoristrada nel 2016 sarebbe stata superiore del 53% rispetto ai due anni precedenti, ed alle 10 mila moto da cross, enduro e regolarità o ai quad regolarmente registrati andrebbero aggiunti circa 5.000 veicoli non immatricolati perché destinati a essere utilizzati in modo esclusivo in aree non soggette a pubblico passaggio, vale a dire quelle da competizione.

Le modifiche apportate al Codice, secondo Federmoto, rappresentano «una significativa restrizione della libertà alla circolazione, sancita anche dalla nostra Costituzione, penalizzando le attività esercitate dalla FMI e dagli altri utenti che abitualmente usano le strade bianche per scopi amatoriali, turistici, sociali, sportivi e venatori su un bacino di mezzo milione di utenti».

L’attività sportiva in questo settore conta su circa 120mila praticanti, rappresentati da oltre 2 mila Moto Club sparsi su tutto il territorio nazionale e da circa 15 mila piloti agonisti ai quali si aggiungerebbero tutti quelli che praticano attività amatoriale non agonistica.

Con queste modifiche – dice la FMI – «sarebbe come togliere i campi di calcio, l’acqua dalle piscine o i campi da tennis ai praticanti» e si impedirebbe la possibilità di inserire i motociclisti fuori strada come organo della Protezione Civile per le operazioni di soccorso.

Secondo l’Ancma, il mercato nazionale delle moto da fuoristrada vale circa 117 milioni di euro, senza contare la commercializzazione di caschi, abbigliamento protettivo e, in generale, accessori per l’off-road: un valore quantificabile in circa 20 milioni di euro.

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