Il 10 settembre 2003 il ministro degli esteri svedese Anna Lindh venne accoltellata a morte in un centro commerciale di Stoccolma. Morirà in ospedale il giorno successivo, per la gravità delle ferite riportate. Mancavano tre giorni al referendum sull’introduzione dell’euro in Svezia.
Lindh, nata a Stoccolma nel 1957, era laureata in Legge e aveva una lunga esperienza politica nel partito socialdemocratico: eletta in Parlamento dal 1982, dal 1994 al 1998 fu ministro dell’Ambiente. Uno dei suoi risultati più importanti in questo ruolo è stata la campagna per la legge contro le sostanze chimiche nocive nell’Unione europea; ha promosso anche una Commissione Europea contro la proliferazione delle sostanze acide.
Nel 1998, dopo nuove elezioni, il Primo Ministro svedese Göran Persson la nominò Ministro degli Esteri. Ma l’apice della sua carriera politica fu durante il semestre di presidenza svedese del Consiglio dell’Unione europea nella prima metà del 2001, quando ebbe la responsabilità di rappresentare ufficialmente le posizioni in materia di politica estera dell’Unione Europea e collaborò con l’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea Javier Solana in Macedonia, contribuendo a scongiurare un conflitto civile con la stipula degli accordi di Ohrid.
La Lindh fu molto critica riguardo alla Guerra d’Iraq nel 2003, e fu sempre impegnata nella battaglia per i diritti umani.
Il suo assassino, Mijailo Mijailović, svedese di origini serbe, non ha mai spiegato chiaramente il motivo del suo omicidio: non questioni politiche, ma odio globale nei confronti dei politici e delle persone famose in genere, a quanto sembra; all’epoca era sotto l’effetto di un potente ipnotico, il Flunitrazepam, ed era già stato arrestato in precedenza per aver accoltellato il padre. Reduce da un ospedale psichiatrico, ne era uscito alcuni giorni prima. Considerato capace di intendere e di volere al momento dell’omicidio, è stato condannato all’ergastolo anche in appello.
Ad Anna Lindh è intitolata una Fondazione internazionale, network di organizzazioni della società civile, che si occupa di dialogo interculturale nell’area del Mediterraneo e promuove progetti di pace e di sviluppo.