È morto a Salisburgo, in Austria, dove a maggio aveva compiuto 106 anni ed era responsabile della Sinagoga, Marko Feingold, sopravvissuto a quattro campi di concentramento. Fu lui, nell’immediato dopoguerra ad accompagnare dall’Austria verso l’Italia 100mila ebrei, diretti in Palestina.
Marko Feingold era nato nel 1913 nell’Ungheria di allora che adesso è Slovacchia. Si trasferì con i genitori a Vienna. Da giovane, nel periodo tra le due guerre lavorò come commesso viaggiatore in Italia. Imparò così quel po’ di italiano che nel dopoguerra gli servì per aiutare 100 mila ebrei a raggiungere, camuffati da italiani deportati, l’Alto Adige in Italia e da lì la Palestina e il nascente Stato di Israele.
Prima però dovette conoscere l’atroce realtà di ben quattro campi di concentramento. Catturato dai nazisti a Vienna fu deportato come ebreo nei campi di Auschwitz, Neuengamme, Dachau e Buchenwald.
Quando venne liberato nel 1945 dagli americani pesava 40 chili. Si trasferì a Salisburgo nel 1947 quando l’Austria riaprì i confini dopo la fondazione dello Stato di Israele.
Ancora da centenario andava nelle scuole a parlare della follia nazifascista. Nel sito dell’Ansa un’intervista fatta in Trentino Alto Adige a Marko Feingold nella quale parla anche delle deportazioni di oggi, quelle dei profughi.