LA DATA

15 giugno 1920

Il 15 giugno 1920 nacque Alberto Sordi.

L’Albertone nazionale, uno dei più popolari attori del cinema italiano, vide la luce nel quartiere di Trastevere, nel cuore di Roma; il padre, Pietro Sordi, era direttore d’orchestra e concertista presso il teatro dell’Opera di Roma e la madre, Maria Righetti, era maestra elementare. La sua carriera artistica, nel corso della quale Sordi girò 150 film, cominciò con alcuni programmi radiofonici popolari, con il doppiaggio del personaggio di Ollio, interpretato da Oliver Hardy, ed in teatro, tra i boys della star Wanda Osiris.

Così lo descrive Oriana Fallaci, in un’intervista del 1958: «È uno scapolo di trentotto anni, dalla faccia grassoccia, gli occhi rotondi, le labbra un po’ dispettose: inarrivabile nel far ridere il prossimo. Il giorno in cui egli accettò di sostenere una parte drammatica, quella di un prete che muore, il pubblico si sentì defraudato. Non ha nulla in comune con i due più diretti rivali fuorché il fatto d’essere un divo che poteva nascere solo in Italia. Inoltre non è arrivato al successo per caso. Era fatale che ci arrivasse perché è un attore d’istinto. Da ragazzo, doppiava la voce di Oliver Hardy. Oggi riesce a girare anche dodici film in un anno, è forse l’attore più ricco di Cinecittà (anche perché amministra con esasperante saggezza i suoi molti milioni) e nessuno potrebbe negargli la patente di divo sebbene viva in una vecchia casa di affitto in Trastevere (inutile dirlo, con le sorelle), non possegga auto da corsa, non abbia fama di Gran Seduttore».

Federico Fellini lo scelse, nel 1952, come protagonista dei film Lo sceicco bianco; nel 1953 ne I vitelloni e, dalla svolta felliniana in poi, darà vita ad una galleria di personaggi tragicomici, molti dei quali saranno visti come l’incarnazione dell’italiano medio. Molto apprezzate dalla critica furono le sue prove d’attore in Tutti a casa e Una vita difficile ed, in particolar modo per il suo drammatico ruolo, del 1977, ne Il borghese piccolo piccolo. Nel 1965 esordì dietro la macchina da presa con Fumo di Londra.

Tanti i riconoscimenti in Italia e all’estero: nel ’55 il presidente americano Truman lo invita a Kansas City per consegnargli le chiavi della città, per la propaganda favorevole all’America, promossa dal suo personaggio Nando Moriconi, nel ’58 l’allora presidente Giovanni Gronchi lo investe della prestigiosa carica di Cavaliere della Repubblica Italiana, nel ’79 riceve la cittadinanza onoraria della città di Planis in Georgia (USA), a metà degli anni ’80 si tiene una retrospettiva dei suoi film al Carnegie Hall Cinema di New York, nel 1995 riceve il premio “Colonna Sonora” dall’Ente dello Spettacolo e nel 2000, in occasione del suo ottantesimo compleanno, il sindaco di Roma, Francesco Rutelli, lo investe della carica di “Sindaco per un giorno”. Tra i riconoscimenti artistici tributati ad Alberto Sordi ricordiamo i quattro Nastri d’argento, un Orso d’argento a Berlino nel 1972, un Leone d’oro alla carriera nel 1995 e un David di Donatello alla carriera nel 1999. È stato ambasciatore della cultura italiana nel mondo ed ha ottenuto la Laurea Honoris Causa in Scienze della Comunicazione.

Sempre riservato per ciò che riguardava la sua vita privata, non ha mai ammesso nessun legame sentimentale ufficiale e ha sempre vissuto insieme alle sue amatissime sorelle Savina e Aurelia. Nonostante le voci che gli attribuivano una certa tendenza all’oculatezza e addirittura all’avarizia, dopo la sua morte sono trapelate notizie di sue donazioni, fatte segretamente ad alcune opere religiose. Dopo una grave malattia, l’attore muore all’età di 82 anni nella sua villa di piazza Numa Pompilio, nel 2003. Un lungo striscione rosso, trainato da un velivolo da turismo, nel giorno del suo funerale, ricordando il grande affetto dei cittadini dell’Urbe, per i quali Sordi rappresentava il romano per antonomasia, recitava così: «Stavorta c’hai fatto piagne…».