IL NUMERO

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Sono gli anni della durata media di un matrimonio in Italia. O meglio, dopo 16-17 anni di vita in comune, benedetti dalla chiesa o legalizzati dal sindaco, i coniugi prendono ognuno la propria strada. Non solo, ma gli italiani, secondo l’Istat si sposano sempre meno: 3,2 persone ogni mille abitanti, in fondo alla classifica europea, appena prima Portogallo e Lussemburgo. Dal 2008 al 2014 le nozze sono diminuite di circa 57.000 unità mentre la propensione a separarsi è più bassa e stabile nel tempo nei matrimoni celebrati con il rito religioso.

L’incidenza dei divorzi, in particolare, è sensibilmente aumentata nel 2015, con 13,6 casi ogni 10 mila abitanti (era 8,6 un anno prima). ll numero assoluto di divorzi nel 2015 è stato di 82.469 (+57% sul 2014), mentre risulta più contenuto l’aumento delle separazioni, pari a 91.706 (+2,7% rispetto al 2014). Le unioni interrotte da una separazione dopo 10 anni sono quasi raddoppiate, passando dal 4,5% dei matrimoni celebrati nel 1985 all’11% per le nozze del 2005.

Nel ritratto della famiglia fatto dall’Istat, le convivenze more uxorio tra partner celibi e nubili sono cresciute quasi 10 volte rispetto al 1993-1994. A conferma del fatto che questo tipo di unione è sempre più diffusa, il dato che oltre un nato su quattro nel 2014 ha genitori non coniugati. Si arriva al primo “sì” sempre più maturi: gli sposi al primo matrimonio hanno in media 34 anni e le spose 31 (entrambi un anno in più rispetto al 2008). Le seconde nozze, o successive, sono 30.638 nel 2014: anche se in lieve flessione, prosegue l’aumento dell’incidenza di queste nozze “mature” sul totale dei matrimoni, dal 13,8% del 2008 al 16,1% del 2014.

Insomma se non è “buona la prima”, ci si può sempre riprovare.