IL NUMERO

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Due padri diversi per la più famosa coppia di fratelli della storia dell’antico Egitto. Risolto come un “cold case” della serie tv americana il mistero del vincolo di parentela che lega le due celebri mummie custodite dal 1908 al Manchester Museum e definite, appunto, Due fratelli. A indicarne il legame di sangue sono i geroglifici sui sarcofagi che li definiscono entrambi figli di Khnum-aa, la madre, e di un governatore locale di cui non è riportato il nome.

Tremila anni dopo, la scienza ha svelato quello che potrebbe essere stato uno scandalo, in realtà un segreto mai venuto alla luce, forse una relazione illecita che si sarebbe consumata sulle rive del Nilo. A scoprirlo la ricercatrice Konstantina Drosou della School of Earth and Environmental Sciences dell’University of Manchester, che ha sequenziato il DNA estratto dai denti delle due mummie, analizzando per la prima volta sia il DNA mitocondriale che viene trasmesso solo per via materna, sia il cromosoma Y. Lo studio, durato tre anni e pubblicato sul “Journal of Archaeological Science”, ha così rivelato che i due aristocratici vissuti nel 1800 a.C. erano parenti per parte di madre, ma avevano due padri diversi.

Scoperte nel 1907 a Deir Rifeh, un villaggio situato 250 chilometri a Sud del Cairo negli scavi diretti dagli archeologi, Flinders Petrie e Ernest Mackay, sono state al centro di molte controversie tra gli egittologi sul fatto se i due aristocratici fossero o meno parenti. Quando le mummie arrivarono a Manchester, furono prese in carico dall’egittologa Margaret Murray e dal suo team che, analizzandone la conformazione scheletrica e alcune caratteristiche morfologiche, escluse il vincolo di parentela e avanzò l’ipotesi che uno dei due fosse un figlio adottivo.

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