IL NUMERO

1.000 (circa)

Con la conquista di oltre metà della penisola l’unità d’Italia deve la sua completezza alla spedizione delle mille camicie rosse. Che però non sono mai state 1.000. Sotto nessun punto di vista.

Conteggi ufficiali e ufficiosi ne sono stati fatti molti, e non tutti coincidono alla perfezione. I volontari garibaldini a partire dallo scoglio ligure di Genova furono circa 1.162, la cifra riportata più spesso ricavata dall’elenco ufficiale (ma non per questo necessariamente veritiero in toto) pubblicato sulla Gazzetta del 12 novembre 1878.

Di quei 1.162, furono 1.089 quelli che sbarcarono in Sicilia. Infatti nella famosa sosta di Talamone, quando Garibaldi si fece consegnare dalla fortezza sabauda armi e munizioni, 64 volontari rimasero a terra per tentare una spedizione parallela verso Roma con l’idea di sobillare una ribellione; progetto fallito.

Altri nove volontari di intransigente fede mazziniana rifiutarono di proseguire nella spedizione quando si resero conto che la sua purezza era stata intaccata dal supporto piemontese e dalla volontà di cedere poi i risultati alla monarchia sabauda (oltre che ai finanziatori inglesi).

Se quindi furono poi 1.089 i mille a mettere piede a Marsala (80 dei quali sul piroscafo Lombardo e gli altri sul Piemonte), non furono mille neanche le camicie rosse. A indossare la tenuta garibaldina inventata durante la guerra condotta in Uruguay pare che furono infatti solo 150 dei volontari, mentre gli altri avevano i più disparati abiti civili.

Lo storico Mario Menghini, nella sua opera La Spedizione garibaldina di Sicilia e di Napoli, pubblicata nel 1907, riporta il testo di alcune lettere di partecipanti alla Spedizione, già pubblicate in altri giornali, dalle quali si desume che a Talamone i volontari inquadrati sarebbero stati oltre 1.500, numero che viene confermato anche dopo lo sbarco in una successiva lettera del 12 maggio 1860 mentre in altra lettera pubblicata in “Unità Italiana” del 29 maggio 1860, si parla di 1.200 sbarcati. Il Menghini cita anche che, durante la sosta a Talamone, Garibaldi scartò dagli effettivi un centinaio di volontari non ritenuti idonei per vari motivi, volontari che fecero quindi ritorno a Genova via Livorno (Supplemento al Movimento del 13 maggio 1860), secondo tale dato il numero dei volontari dovrebbe pertanto essere diminuito, salvo eventuali rimpiazzi sul luogo.

Un altro dato, discordante, riportato nella Gazzetta Ufficiale del 9 maggio 1860, dispaccio n. 419, Parigi 9 maggio sera, il giornale “Morning Post” riporta che «Garibaldi si è imbarcato a Genova con 3.000 individui», mentre il dispaccio n. 420, Parigi 9 maggio (sera)il giornale “La Patrie” scrive che, «indipendentemente dal legno su cui si imbarcò Garibaldi, due altri vapori lasciarono Genova con 1.400 Cacciatori delle Alpi, romagnoli, lombardi e genovesi; e che altri quattro legni han dovuto da differenti punti raggiungere Garibaldi. La spedizione – continua il giornale “La Patrie” – è organizzata su vasta scala: possiede armi, munizioni viveri, materiale per accampamento, mezzi per sostenere diversi mesi di lotta».

Il dispaccio n° 421, Parigi, 10 maggio, mattino – «Informazioni recano che Garibaldi ha con sé 24 cannoni». Nella Gazzetta Ufficiale del 19 maggio 1860 viene riportato il dispaccio telegrafico n° 453 del 18 maggio, nel quale si annuncia, tra l’altro, lo sbarco di ulteriori volontari “emigrati siciliani” presso Tre Fontane, senza indicarne la consistenza, né il numero o la nave che li trasportava.

Le notizie raccolte da varie fonti sul numero dei volontari sono pertanto diverse, anche se il più volte le fonti citate indicano il numero dei volontari in circa 1.500, considerando la difficoltà di documentare una forza militare irregolare, che si formava rapidamente in semi clandestinità tollerata e il fatto che tale formazione armata doveva anche documentarsi in condizioni precarie, tutti i dati che si possono ricavare, anche con eventuali ragionevoli arrotondamenti, forse non renderanno mai il numero reale di quanti partirono allora e/o si unirono strada facendo alla spedizione.

I nomi dei “Mille”, apparsi sulla Gazzetta Ufficiale del 12 novembre 1878

I NOMI DEI MILLE

 

 

 

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