LA DATA

26 aprile 1933

Gestapo sigla di Geheime Staatspolizei, “polizia segreta di Stato”, uno dei più potenti e spietati apparati repressivi del Terzo Reich hitleriano. La Legge sulla creazione della Direzione generale della polizia segreta di Stato fu emanata il 26 aprile 1933. L’iniziativa fu presa da Hermann Göring. Il primo comandante della nuova polizia (denominata Gestapo) fu Rudolf Diels.

Nell’aprile del 1934 la GESTAPO entrò nell’orbita delle SS, passando sotto il controllo di Himmler. Il 10 febbraio 1936 fu il giorno del famigerato decreto Goring, che consentiva alla GESTAPO di agire su vasta scala e soprattutto vietava la possibilità di far ricorso ai giudici, avverso il suo operato; la polizia segreta si trovò quindi ad operare nell’assoluta illegalità, forte di un potere sconfinato e di un arbitrio assoluto, immune dal giudizio dei tribunali; era, di fatto, la legalizzazione del terrore.

Estesa ai territori occupati nel 1943, nel 1944 assorbì i servizi di controspionaggio. Ebbe poteri illimitati e fu indipendente dalle autorità sia amministrative sia giudiziarie. Lo storico britannico Frank McDonough in Gestapo: la storia segreta, pubblicato in Italia da Newton Compton, nella traduzione di Daniele Ballarini, ci offre un inedito spaccato dell’apparato repressivo del nazismo all’interno della Germania, mettendo a fuoco il rapporto con la popolazione tedesca e le sue minoranze.

McDonough descrive la Gestapo come «un’organizzazione di scarse risorse e oberata di lavoro»: gli agenti, molti dei quali entrati nella polizia segreta prima dell’avvento di Hitler, erano circa 15.000 su una popolazione di più di sessanta milioni di tedeschi. L’apparato era vigile e ossessivo, feroce quando serviva, ma non sempre efficace, d’altro canto, un’ampia parte della popolazione aderiva al nazismo, rispettava le leggi, non viveva l’apparato repressivo come una minaccia diretta e ne sosteneva anzi direttamente l’operato.

La maggior parte degli arresti avveniva su segnalazione o delazione da parte di privati cittadini. La forza reale della Gestapo si reggeva dunque sul sistema fittissimo di sostegno, delazione e vigilanza che i simpatizzanti del nazismo, i comuni cittadini, offrivano alla polizia segreta. Sono aspetti forse meno noti e per certi versi più inquietanti di quel sistema totalitario: un regime violento, che opprimeva le minoranze, che negava i diritti degli indagati con arresti arbitrari e interrogatori brutali, contando però sull’adesione convinta e attiva di settori ampi della nazione.

La Gestapo fu condannata a Norimberga come organizzazione criminale; con i singoli membri dell’organizzazione si affermò però con il tempo una benevola indulgenza ed essi vennero considerati sostanzialmente dei funzionari che avevano ubbidito agli ordini. Circa il 50% degli agenti della Gestapo venne reintegrato nel servizio pubblico.