IL NUMERO

350

Sono almeno 350, secondo l’associazione “Italia nostra” i beni artistici e archeologici a rischio nel nostro Paese, di cui 10 “più a rischio”: La Chiesa di San Francesco a Pisa, il Palazzo Silvestri Rivaldi a Roma, il Castello Svevo di Augusta, la Chiesa di Sant’Ignazio al Collegio Romano, la Chiesa di Sant’Angelo in Formis a Capua, il Palazzo Chigi Albani a Soriano sul Cimino, Villa Zanelli a Savona, Borgo delle Gualchiere di Remole a Firenze, le Mura urbiche antiche di varie città fra cui la Capitale, il Sacrario di Redipuglia a Gorizia (nella foto).

La “Lista rossa” dei Beni Culturali in pericolo, lanciata nel 2010 dall’associazione dopo il crollo della Domus dei Gladiatori di Pompei, è un bollettino di guerra per un Paese che raccoglie da solo la maggior parte del patrimonio artistico del mondo. Il dibattito sul stato di conservazione delle “grandi bellezze” italiane, sul loro monitoraggio e manutenzione è tornato di attualità dopo il crollo del soffitto della Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami a Roma, evidenziando falle e ritardi, incuria e, soprattutto, scarsi finanziamenti per la tutela, seguiti dal depotenziamento delle Soprintendenze preposte al controllo e al monitoraggio.

Ecco allora questa lista, con la quale l’associazione vuole contribuire concretamente alla mappatura del rischio nella convinzione che sia dovere dei cittadini e delle associazioni “vigilare” sul bene comune. Infatti, se 350 sono i siti evidenziati e seguiti dalle 200 sezioni di “Italia nostra” sparse in tutte le regioni, in realtà si parla di migliaia di sitauzioni a rischio.

Da qui l’iniziativa che coinvolge ancora di più i cittadini: la piattaforma online dell’associazione, con l’App per  raccogliere le segnalazioni sullo stato dei beni culturali. Ogni segnalazione è vagliata dagli esperti, viene redatta una scheda informativa, corredata da foto, che poi è inserita nella mappa interattiva georeferenziata.