IL NUMERO

4.463

Sono 4.463 le aziende autorizzate a svolgere il servizio di corriere postale, in Italia, secondo l’elenco degli operatori postali, aggiornato al 16 novembre 2018 e pubblicato sul sito del Ministero per lo Sviluppo economico. Tra queste Amazon, che compare sotto le diciture Amazon Italia Logistica e Amazon Italia Transport (ripesttivamente al numero 219 e 220).

Dal 16 novembre, quindi, il colosso mondiale dell’e-commerce ha ottenuto la licenza dopo che l’Autorità per le Telecomunicazioni (Agcom) lo aveva sanzionato con una multa di circa 300.000 euro (il 2 agosto scorso) perché svolgeva servizi di logistica, consegna pacchi e gestione dei centri di recapito, senza autorizzazione.

Secondo l’Agcom, Amazon aveva costituito in Italia «una rete unitariamente organizzata per svolgere servizi postali, consistenti nell’attività di smistamento e nella successiva fase recapito, utilizzando, per realizzare tale fase, società non munite di autorizzazione generale per svolgere tale servizio, in mancanza del prescritto titolo abilitativo».

Più che un problema autorizzativo, facilmente e rapidamente sanato, a preoccupare è quella che molti esperti e operatori del settore vedono come una vera e propria sfida di Amazon, che finora si era affidata per le consegne alle stesse poste o ai corrieri, a Poste Italiane. In questo modo, infatti, viene minato il campo di azione e la stessa collaborazione in vigore tra la ex Poste e Telegrafi, dal 1998 Spa partecipata da Cassa Depositi e Prestiti, e Amazon. Del resto la strategia della multinazionale sul suolo italiano è molto simile a quelle adottate all’estero, dove ha direttamente acquistato quote societarie dei principali operatori postali.