IL NUMERO

60.000.000

Sessanta milioni di euro. Centesimo più, centesimo meno è la cifra che Veronica Lario, ex signora Berlusconi, dovrà restituire all’ex marito e che corrisponde a quanto a lei versato dal Cavaliere a partire da febbraio 2014, quando il tribunale di Monza, in primo grado, aveva disposto in 1.400.000 mila euro al mese (circa 17 milioni all’anno), l’assegno divorzile.

Lo ha stabilito la Corte di appello di Milano, in applicazione della cosiddetta “Sentenza Grilli-Lowenstein”, con la quale la Cassazione (sentenza 11504/2017), scardinando il principio dello “stesso tenore di vita”, ha riconosciuto all’ex ministro dell’Economia del Governo Monti, Vittorio Grilli, il diritto a non dover mantenere la moglie, in quanto economicamente autonoma.

Pare, comunque che la somma da restituire possa scendere a 45.000.000, a seconda di come si chiuderà il contenzioso tra i due. E questo ci rende tutti più sereni.

Comunque, secondo i giudici di Milano, Miriam Bartolini, vero nome della Lario, dispone di un cospicuo patrimonio, tutto proveniente dalle tasche del Cavaliere che, durante i 24 anni di matrimonio, avrebbe reso disponibili per la moglie qualcosa come 104 milioni di euro. «L’attuale condizione non solo di autosufficienza – si legge nella sentenza della Corte d’appello – ma di benessere economico della Bartolini, tale da consentirle un tenore di vita elevatissimo, comporta il venir meno del diritto a percepire un assegno di divorzio».

Certo viene spontaneo chiedersi cosa ci facesse la ex first lady con i 50.000 euro al giorno che il marito doveva versarle.

Lo spiegano i giudici: lunghe crociere ai Caraibi per almeno quatto o cinque settimane all’anno, estetiste, parrucchieri e personal trainer a domicilio, frequentazione, per almeno cinque settimane all’anno, di Villa Certosa a Porto Rotondo. Poi 12 domestici e 25 addetti alla sicurezza a Villa Belvedere di Macherio, viaggi intorno al mondo con aerei ed elicotteri delle società del marito.

Che dire? Veronica Lario si potrà consolare con le sue proprietà, tra cui Palazzo Borromini e Palazzo Canova a Milano 2, una casa a Londra e una a New York, una villa in Svizzera, a meno che Silvio, come ha anticipato il quotidiano “Libero”, in un gesto di estrema magnanimità non decida di rinunciare a farsi restituire la cifra. Che bello!! Un lieto fine come nelle favole…