IL NUMERO

64 bis

Sono le posizioni sessuali contenute nel Kāma Sūtra (in sanscrito: कामसूत्र, alla lettera e stando al titolo completo Aforismi sull’amore di Vatsyayana), antico testo indiano composto, pare, fra il I ed il VI secolo, da Vatsyayana appunto, autore di cui molto altro non si sa.

Il  libro consta di 36 capitoli, organizzati in 7 libri e 64 parti, e le 64 posizioni sessuali riportate, anche graficamente rappresentate, vengono definite “Arti” ma, a differenza di quel che si crede, occupano un unico capitolo, all’incirca il 20% dell’intera dell’opera dedicata più in generale al comportamento sessuale umano, alle relazioni fra uomini e donne e al come essere un buon cittadino.

Definite con nomi diversi, tra cui quelli di fiori e piante, di animali o di loro azioni, raggiungono il numero di 64 derivando dalla moltiplicazione di 8 posizioni per gli 8 modi in cui Vatsyayana credeva si potesse fare l’amore, attività considerata come un’unione divina.

L’insegnamento che il libro da è che il sesso in sé non sia sbagliato, purché non lo si faccia frivolamente; che si debba godere dell’arte del sesso in maniera più profonda e come appunto meglio si possa raggiungere quel piacere.

Ovviamente è anche una fotografia di costumi e pratiche lontane – in termini geografici e di tempo – uno spazio siderale dal nostro oggi discinto, licenzioso, occidentale e obliato dalle religioni.

Nella cultura classica hindu, i purushartha sono gli scopi della vita, che sono 4, ed il Kama, traducibile con “piacere” o “desiderio” e mai percepito come peccato, è uno di essi. Lo affiancano l’Artha, il “benessere” sia fisico che economico; il Dharma, il senso etico che ricerca un equilibrio tra i primi due; la Moksha, la liberazione dal mondo materiale e il raggiungimento della vera coscienza di sé, che altri hanno definito “la presenza mentale”. Il perseguimento dei 4 purushartha consentirebbe di raggiungere una armonica realizzazione di sé, senza trascurare alcun aspetto della vita terrena.

Il libro fu tradotto in inglese nel 1883 da Sir Richard Burton con la collaborazione di Forster Fitzgerald Arbuthnot e quella fa riferimento l’edizione italiana pubblicata da Adelphi nel 2003 a cura di Wendy Doniger e Sudhir Katar.

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