IL NUMERO

80

Dall’Unità d’Italia ad oggi ci sono stati 80 provvedimenti relativi al fisco, condoni e sanatorie . Un numero notevole, il quale va ad incidere pesantemente sulle percentuali dell’evasione fiscale del nostro Paese, fenomeno in larga ascesa, tenendo conto che in Italia si riscuote appena l’1,13% del carico affidato all’esattore, contro una media Ocse del 17,1%.

Nel 2014 è stata quantificato in 111,7 miliardi di euro il corrispettivo in danaro non versato nelle casse dello Stato dagli evasori. Nella classifica delle imposte piú evase, il primo posto spetta all’IRPEF, seguita dall’IRES e dall’IVA. Se questo ragguardevole fiume di soldi entrasse a far parte da domani del patrimonio erariale, potremmo considerare pagata la spesa sanitaria complessiva per un intero anno; potremmo inoltre reperire i fondi per mettere in sicurezza tutte le abitazioni rese inagibili dai terremoti di questi ultimi anni; per non parlare di scuola, Università e ricerca, che potrebbero avere una grande boccata d’ossigeno, proprio grazie alla sconfitta dell’evasione fiscale.

Tornando ai condoni, secondo un calcolo della CGIA di Mestre, il totale versato grazie alle sanatorie degli ultimi tre decenni sarebbe pari a 104,5 miliardi di euro; dunque, è il caso di dire che si è tirato fuori dal cappello un coniglio fallimentare, poiché in trent’anni si è recuperata una cifra molto inferiore alle aspettative, piú bassa di quella inerente all’evasione delle tasse di un solo anno. L’unico antidoto appare la lotta ai maneggi dei soliti ignoti, accompagnata da controlli mirati e dalla certezza delle sanzioni pecuniarie. Il condono è un jolly elettorale, non una soluzione. La sanatoria non ci risanerà.

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