IL NUMERO

82

Non lo vedremo, il superamento del divario di genere: perché per azzerarlo, secondo le stime del World Economic Forum, ci vogliono 217 anni. Il dato naturalmente risulta analizzando l’andamento delle rilevazioni del rapporto Global Gender Gap a partire dall’anno in cui sono cominciate, il 2006. Dopo dieci anni di costante progresso, però, il 2017 ha segnato una battuta d’arresto nel trend evolutivo verso la parità: se alcuni paesi, come la Francia e il Canada, hanno fatto importanti passi avanti proprio nel corso di quest’anno, altrettanto non si può dire per esempio per gli Stati Uniti, che hanno perduto 4 punti, finendo al 49° posto. Le cose vanno molto meglio in Islanda, che quest’anno è la nazione più avanzata in termini di parità fra donna e uomo; e se l’Islanda è la prima in classifica, anche la Norvegia, la Finlandia e la Svezia sono piazzate benissimo: secondo, terzo e quinto posto.

Non ci stupisce poi molto questo piazzamento del mondo scandinavo ai primi posti della classifica, dato che sappiamo bene quanto virtuoso sia il loro percorso per diminuire le disparità sociali in generale, figuriamoci quelle di genere; siamo invece favorevolmente sorpresi dal quarto posto del Rwanda, unico paese africano fra i primi dieci in classifica, ma non è l’unico dato che ci sorprende: anche il sesto posto del Nicaragua ci sembra un piazzamento di tutto rispetto. Fra i primi dieci posti anche altri due paesi europei, Slovenia e Irlanda, al settimo e all’ottavo posto.

Ma vediamo in quali campi viene effettuata la rilevazione dei dati per stabilire l’indice mondiale di differenza fra i generi di 144 paesi del mondo in termini di disuguaglianza fra donne e uomini: innanzitutto la partecipazione e le opportunità economiche (salari, partecipazione e funzioni dirigenziali); poi l’accesso all’educazione di base e a quella superiore; l’emancipazione politica, ovvero la rappresentatività nelle strutture decisionarie, infine la salute e la speranza di vita. Il dato si ottiene misurando la percentuale di scarto dei dati rilevati nei due campi donne-uomini.

E l’Italia, direte voi, l’Italia dov’è? Ecco, l’Italia è al numero 82, fanalino di coda d’Europa assieme a Cipro e a Malta, e la cosa triste è che non sorprende poi tanto, anche se vederselo scritto lì, nero su bianco, è addirittura doloroso. Dice un proverbio popolare: «Se mi considero mi sento niente, ma se mi confronto!». Purtroppo in questo caso il finale sarebbe: «Se mi confronto mi sento ancora meno».

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