LA DATA

9 giugno 1958

Fido, Foto Barletti, Firenze

Il primo è stato Argo, il cui esempio di amore verso il padrone Ulisse è tale che il suo nome è usato come sinonimo di fedeltà. La mitologia e la

letteratura sono piene di esempi di amore degli animali verso l’uomo, così come ci sono storie vere che hanno superato la fantasia.

Una è quella di Fido, il cane di Luco di Mugello, in provincia di Firenze, che per 14 anni, dal 1943 al 1958, è andato ogni giorno alla fermata dell’autobus ad aspettare il padrone, che nel frattempo era morto (nel ’43, appunto) durante un bombardamento. E lo

 ha fatto fino alla sua stessa morte, avvenuta il 9 giugno del 1958. Come 20 anni prima, dalla parte

opposta del mondo, aveva fatto Hachiko, il cane di razza Akita che per 10 anni ha atteso il padrone 

alla stazione di Shibuya, a Tokio.

Fido era un meticcio, che una sera del 1941, un operaio delle Fornaci Brunori di Borgo San Lorenzo, Carlo Soriani, aveva recuperato, ferito, dentro un fosso. Non sapendo chi fosse il padrone di quel cucciolo, l’uomo lo portò a casa e se ne prese cura finché il cane non guarì.

Gli animali sanno essere riconoscenti molto più degli uomini e Fido, così l’uomo decise di chiamare il cane, lo era talmente nei confronti del suo padrone da non lasciarlo nemmeno un minuto. Ogni mattina lo accompagnava fino alla piazza centrale di Luco, dove Soriani prendeva l’autobus per andare alle Fornaci Brunori. Quindi tornava a casa e la sera andava di nuovo ad aspettarlo alla fermata della corriera, puntuale come un orologio.

Il 30 dicembre del 1943, Soriani rimase ucciso durante un bombardamento alleato su Borgo San Lorenzo. La sera stessa Fido andò alla fermata ad aspettare il suo padrone e, non vedendolo arrivare, tornò a casa. Da quel giorno, per altri 5.000 e più giorni, continuò ad andare nella piazza del paese, in attesa dell’uomo che lo aveva raccolto e curato, salvandogli la vita.

La straordinaria fedeltà dell’animale non passò inosservata. Così il sindaco di Borgo San Lorenzo in un primo momento esentò la vedova di Soriani dal pagare la tassa sui cani, poi concesse all’animale di girare per il paese, dove era considerato una mascotte, senza museruola; infine, sei mesi prima che Fido morisse, gli conferì la medaglia d’oro e lo omaggiò con un monumento nella piazza principale di Borgo, dove si trova tuttora.

Il cane, la cui storia è stata raccontata da molti giornali e riviste nazionali, è seppellito fuori dal cimitero di Luco, dove riposano le spoglie del suo padrone.

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