CRITICA LIBRI

Alice, tra l’Europa e il Mediterraneo

"Tra mostri ci si ama" è il romanzo d'esordio della scrittrice siciliana Viviana Fiorentino. Un noir tra Berlino e Palermo, tra cronaca e iniziazione, con lo sfondo dell'Italia berlusconiana delle "olgettine" e del "bunga-bunga"

Narrato in prima persona, tra Palermo e Berlino nei primi anni 2000, Tra mostri ci si ama, della scrittrice siciliana Viviana Fiorentino, è la storia dell’apprendistato sentimentale ed esistenziale di una giovane donna, Alice, e la cronaca di quei giorni nell’Italia berlusconiana delle “olgettine”. L’humus di cui si nutre il racconto. Un pizzico di noir sapientemente dosato, il ritmo della narrazione a tratti frenetico, a tratti sfumato, che si snoda in una Palermo calda, sontuosa e tentacolare. Un “mostro” ammaliante da cui la protagonista ama farsi catturare. Per poi fuggire di nuovo, lassù tra le nebbie berlinesi, nella geometrica perfezione delle piazze e dei parchi, nei giorni scanditi dallo studio e dalla disciplina dell’aikido. Sullo sfondo, la vicenda di una ragazza scomparsa misteriosamente con l’eco dei festini di Arcore che appaiono in una dimensione quasi onirica.

La cronaca è solo il pretesto narrativo di cui l’autrice si serve per srotolare il filo del suo viaggio, del suo essere piccola nomade tra l’Europa e il Mediterraneo. E nella sua Palermo di cui riesce a pennellare magnifici scorci, tra odori, suoni, umori e sapori. Una città che incanta e impaurisce, dove Alice vaga inseguendo le tracce della sua amica scomparsa. Qui, il crudo fatto di cronaca arriva smorzato ma inesorabile a scandire le sue corse a perdifiato tra i vicoli della città vecchia, tra i cantieri della Zisa e Il Cassaro, con le processioni per Santa Rosalia, il sudore pagano e barocco delle feste rionali in cui l’idioma palermitano ricama strane suggestioni. E poi le fughe, di nuovo, lassù a Berlino, dove le giornate scorrono gelide e precise, tra la metropolitana che ogni mattina la porta ai suoi studi e le notti ovattate, dopo il sudore delle arti marziali e la crudele dolcezza di un amore per una compagna di allenamento, che sboccia già tormentato.

Il romanzo è uscito per Transeuropa, la casa editrice nata sotto il segno del compianto Pier Vittorio Tondelli, scomparso nel 1990, antesignano di una generazione di giovani scrittori italiani, che ha rilanciato il genere del “romanzo di formazione” nel ’94, con John Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi, altro nome di punta della giovane narrativa generazionale italiana di quegli anni. Un filone che si nutriva di rock, (Frusciante è il cognome del bassista dei Red Hot Chili Peppers), che si alimentava delle voci della cultura underground, tra cinema, fumetti e ribellismo esistenziale. Oggi Transeuropa ha lanciato la collana Wildword, il cui genere, prendendo spunto dai fatti di cronaca, li plasma con il gusto per il paradosso, mescolando realtà e finzione in formule inusuali di narrazione.

Viviana Fiorentino nasce come poetessa, ha già pubblicato una raccolta di poesie, dal titolo In Giardino (Controluna edizioni). La sua impalpabile vena poetica si sente nella capacità lieve di tratteggiare atmosfere e paesaggi interiori che si confondono con quelli esteriori. Una scrittura elegante e delicata ma capace di arrivare dritta al segno, con precisione, come le mosse delle arti marziali che l’autrice stessa pratica con passione e costanza.

«Avevo nella bocca un turbine di parole mischiate al sapore dell’euforia come se avessi preso una sbornia. Senza pensarci, le strinsi le spalle con il braccio sinistro. Rimanemmo in silenzio». Forse il panorama letterario italiano si è arricchito di una nuova promessa.