DAILY LA PAROLA

Alluvione

Dal latino alluvionis, da alluere, bagnare, è un’inondazione dovuta allo straripamento di corsi d’acqua, un evento catastrofico che possono raccontare in tanti per esperienza diretta

Fu una linea di nafta nera sui muri delle case a marchiare, come un drammatico sigillo, l’altezza dell’Arno in città. Con l’alluvione le acque del fiume, straripando, invasero Firenze, portandosi dietro distruzione e morte. Sono passati 53 anni dal 4 novembre 1966, ma per molti fiorentini sembra ieri, tanto sono rimaste nitide nella memoria le immagini di quella immane tragedia.

Alluvione, singolare femminile, dal latino alluvionis, da alluere, bagnare, è un’inondazione dovuta allo straripamento di corsi d’acqua. Si dice anche di un periodo di fortissime piogge. Insomma, un eccesso, tanto da essere usato in senso figurato: un’alluvione di rimproveri. Indica un evento catastrofico provocato da piogge insistenti, considerate calamità naturali, purtroppo all’ordine del giorno in Italia e non solo. “Quando si rompe un argine non è mai colpa del fiume. Le alluvioni? Si smetta di essere ipocriti e di dare la colpa alle nutrie. Le amministrazioni comunali cadono dal pero quando succedono queste cose, ma chi ha dato le concessioni edilizie per costruire in area golenale?” Le dure parole del geologo Mario Tozzi, affidate ad un’intervista al Resto del Carlino di un po’ di anni fa, dopo l’esondazione del fiume Enza in Emilia Romagna, ricordano come, spesso, questi disastri siano colpa dell’uomo. La fragilità del territorio si è aggravata con urbanizzazione e disboscamento illegali. Il cambiamento climatico ha fatto il resto. Il consumo squilibrato delle risorse ha trasformato l’emergenza ambientale in quotidianità.

Gli archivi delle Teche Rai ricordano gli eventi più drammatici degli anni passati. Le immagini ci fanno rivivere, ad esempio, l’inondazione che sommerse la provincia di Rovigo nel novembre 1951 con il progressivo innalzamento del livello del Po. Quella del Polesine, fu un’alluvione provocata dall’estrazione indiscriminata di metano che portò ad un abbassamento del suolo dai due ai quattro metri.

Si deve a Franco Zeffirelli il documentario sull’alluvione del 1966 ‘Per Firenze’ con la voce narrante di Richard Burton e le musiche di Roman Vlad, una produzione della Rai che diede risonanza mondiale al disastro fiorentino e alla grande solidarietà per salvare un patrimonio artistico e culturale di valore inestimabile.

Da nord a sud in Italia, tanti possono raccontare per esperienza diretta il dramma di alluvioni con il loro carico di morti e devastazioni. Genova è stata ripetutamente messa in ginocchio, nel 1970, nel 2011 e nel 2014. A Livorno, nel 2017, un’inondazione ha provocato 8 morti, nonostante il preavviso della protezione civile e l’allerta meteo. Solo di qualche giorno fa esondazioni e alluvioni di nuovo in Piemonte e Liguria. L’elenco è lungo. Gli allagamenti e gli smottamenti del terreno provocati dall’acqua ovunque non si contano più.

Eppure, anche in questi momenti drammatici, i fiorentini non hanno dismesso l’ironia: “Che tragedia ragazzi, quest’alluvione ci ha alluvionati anche dentro”, dice il Necchi che nel ’66 nel suo bar di via dei Renai ci ha trovato pure i pesci, nel film ‘Amici miei’ atto II di Mario Monicelli.

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